MILLA PRANDELLI
Cronaca

Dopo la tempesta Vaia: "Sono passati sei anni. Lo shock ambientale è ormai irreparabile"

Il ciclone causò il più grave disastro forestale mai avvenuto in Italia. Tra i territori maggiormente feriti, i Colli di San Zeno nel Bresciano.

Dopo la tempesta Vaia: "Sono passati sei anni. Lo shock ambientale è ormai irreparabile"

Il ciclone causò il più grave disastro forestale mai avvenuto in Italia. Tra i territori maggiormente feriti, i Colli di San Zeno nel Bresciano.

PISOGNE (Brescia)

"Mi trovavo in quel posto il giorno prima della tempesta Vaia, alle 16. Il ciclone ha iniziato a scatenarsi il 25 ottobre 2018, entrando nel vivo dal 26 al 30 ottobre. Da noi ha raggiunto il suo apice tra il 26 e 28 ottobre. Da allora è tutto cambiato. Ho scattato tre fotografie in località Alpi, sul versante del Colle di San Zeno, territorio di Pisogne, a circa 1.400 metri di altezza – racconta Giuseppe Quetti, oggi volontario della Salvaguardia del Territorio montano e nel 2018 Responsabile del Patrimonio Boschivo nel Comune di Pisogne – Una è stata scattata il 25 ottobre 2018, l‘altra il 31 ottobre al termine della tempesta e la terza ieri. Dimostrano che la nostra montagna non è più la stessa. L’ecosistema è completamente cambiato e probabilmente non tornerà più quello di un tempo, anche perché nei boschi si stanno piantumando latifoglie e non il tipico abete rosso".

La tempesta Vaia ha portato distruzione in Lombardia e in particolare in Val Camonica, in Valtellina e in Trentino. Sono stati colpiti 42.800 ettari di foreste per 8.550.000 metri cubi. Tra i territori più feriti, i Colli di San Zeno a Pisogne e la Val Malga a Sonico, nei boschi del Premassone. "Il ciclone ha colpito senza pietà, con raffiche di vento fino a 120 chilometri orari, anche se qualcuno parla addirittura di 200 – sottolinea Quetti – Teniamo conto che sono stati danneggiati boschi per sette volte la quantità di legname che tutte le segherie italiane riescono a lavorare in un anno. È il più grande danneggiamento forestale mai avvenuto in Italia e, per quanto riguarda le valli bresciane e in particolare modo i boschi sopra Pisogne, devo dire che lo shock ambientale è da considerare irreparabile".

Oltre a danneggiare i boschi la tempesta ha favorito il proliferare del bostrico, che nel legno schiantato ha trovato l’habitat ideale. Aumentando in maniera esponenziale il numero degli insetti presenti in natura, è aumentata la prematura morte dell’abete rosso, che ne è il principale nutrimento. "Questo nonostante il fatto che, subito dopo il ciclone, Pisogne è stato il primo Comune a intervenire, catalogando tutti i danni".