BEATRICE RASPA
Cronaca

Droga e cellulari in carcere. Via ai processi

A settembre erano scattate 13 misure cautelari dopo che la pm Claudia Moregola aveva scoperto l’ingresso abusivo nel carcere di...

A settembre erano scattate 13 misure cautelari dopo che la pm Claudia Moregola aveva scoperto l’ingresso abusivo nel carcere di...

A settembre erano scattate 13 misure cautelari dopo che la pm Claudia Moregola aveva scoperto l’ingresso abusivo nel carcere di...

A settembre erano scattate 13 misure cautelari dopo che la pm Claudia Moregola aveva scoperto l’ingresso abusivo nel carcere di Canton Mombello di telefonini, schede sim, droga occultata in cioccolatini, lettere e chiavi per cassette di sicurezza in Svizzera. Stando all’accusa, grazie all’intermediazione dell’ex ispettore della Penitenziaria Giuseppe Di Leo, 50 anni, di Taranto, che si sarebbe messo a disposizione dei detenuti Francesco Leone e Sandro Monteleone, ricavandone 12.500 euro per i servigi resi tra il 2020 e il 2022. Francesco Leone era già balzato agli onori delle cronache nel 2012 per avere ideato il sequestro lampo di Giuseppe Spinelli, ragioniere di fiducia di Silvio Berlusconi, Monteleone invece è già stato condannato in via definitiva per frodi fiscali.

Nei giorni scorsi davanti al gup Cesare Bonamartini si è aperta l’udienza preliminare. Di Leo sarà processato in abbreviato con Francesco Leone, il fratello Antonio Leone, Nicolò Fornasari, Ernesto Settesoldi e Elisabetta Tagietti tra il 14 e il 28 maggio e il 25 giugno. Rinviati a giudizio (il 2 luglio) Monteleone e la moglie Stefania Pelucchi, Luca leone e Luciana Bernardini (figlio e moglie di Francesco Leone) Silvia Grosso, Alessandro Sacca e il collega di Di Leo, Domingo Signorile. Accolta la richiesta di patteggiamento (n anno e tre mesi di lavori di pubblica utilità) per Aymen Bouzid, mentre è stata stralciata la posizione di Simona Moretti. Corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, spaccio, tentata estersione aggravata, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti e false dichiarazioni i reati contestati a vario titolo. Stando all’inchiesta, il postino, battezzato dai detenuti Savastano - Di Leo - si sarebbe prestato a ripetute consegne di telefoni, sim, badge, missive e droga occultata in cioccolatini.

Beatrice Raspa