FEDERICA PACELLA
Cronaca

Più poveri e senza lavoro: a Brescia è incubo sfratti

L’1 luglio cade il blocco delle esecuzioni: in 6 mesi già 170 richieste in Tribunale. Il Comune: "Prevediamo un periodo delicato"

L’emergenza abitativa è alta, ma fortunatamente ancora lontana dal picco del 2014

L’emergenza abitativa è alta, ma fortunatamente ancora lontana dal picco del 2014

Brescia - Per ora i numeri non sono allarmanti, soprattutto se paragonati all’emergenza abitativa tra il 2012 e il 2014, ma i veri conti si potranno fare solo dopo l’1 luglio, quando non ci sarà più il blocco degli sfratti. L’assessorato alla Casa di Brescia, guidato da Alessandro Cantoni, monitora ogni 10 giorni gli sfratti depositati in Tribunale: l’ultimo dato parla di 170 casi nel 2021, decisamente lontano dai 789 registrati nel 2014. "Probabilmente i proprietari aspettano lo sblocco per poter procedere – sottolinea Cantoni –. Di sicuro andiamo incontro a un periodo complesso e delicato. Auspico che Regione e Governo facciano la loro parte per non lasciar nessuno per strada". La Loggia è preoccupata alla luce di vari indicatori, a cominciare dal calo del reddito disponibile dei bresciani: 16mila euro contro la media regionale di oltre 20mila. La composizione demografica, con un 25% di over 65, 41% nella fascia tra 30-59 (potenzialmente i più colpiti dalla perdita di lavoro) e un 19% di stranieri, potrebbe portare a un aumento di richiesta abitativa.

Il patrimonio immobiliare non è indifferente: 2.154 gli alloggi Sap (Servizio abitativo pubblico) di proprietà del Comune e 2.918 di Aler, a cui si aggiungono 552 servizi abitativi sociali e 55 transitori. Con le nuove regole regionali, tuttavia, solo il 20% delle assegnazioni possono andare agli indigenti che, con il modello precedente, rappresentavano il 40-50%. La Loggia ha comunque messo in campo anche tutti gli strumenti utili per intervenire anche economicamente nei casi di morosità incolpevole. Inoltre, è stata prevista l’attivazione dell’Agenzia della Casa, che farà da mediatore nei contratti privati, per rendere più semplice la stipula. In questo quadro, c’è poi un aspetto da non sottovalutare: nonostante ci siano 10mila alloggi non utilizzati sul mercato privato, gli stranieri faticano a trovare casa pur avendo redditi che consentirebbero di pagare l’affitto. Nel Piano triennale è stata prevista una misura (100mila euro) per affrontare questo tema, nonché l’istituzione di uno sportello per la popolazione migrante esclusa dalle graduatorie per l’accesso a immobili pubblici. Provvedimenti che, con varie sfumature, hanno scaldato le opposizioni, in particolare Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e gruppo misto, che hanno evidenziato come le difficoltà legate al Covid riguardino tutta la popolazione, italiani e stranieri. "Si tratta di una questione specifica – ha evidenziato Marco Fenaroli, assessore ai Servizi sociali – non è una misura generale del Piano. L’eguaglianza è un principio costituzionale, non ci mettiamo a fare le differenze, ma c’è un problema di non fiducia verso i cittadini stranieri a causa delle esperienze di morosità che si sono accumulate".