
Ecco il testo scritto in bella calligrafia: fa parte dei compiti assegnati a distanza
Erbusco (Brescia), 7 marzo 2020 - A Villa di Erbusco il Coronavirus è diventato una filastrocca. A scriverla è stata Sara Q., 8 anni, iscritta alla terza elementare della scuola primaria della frazione franciacortina, figlia di una professoressa e di un ingegnere. "C’è un virus nel mio paese – scrive Sara in rima – e forse staremo a casa per un mese". Nel suo componimento la piccola racconta delle funzioni religiose sospese, del carnevale di Erbusco rimandato, della necessità di stare a casa, dell’igiene e del contatto via web con le sue insegnanti. A raccontare è la sua mamma Elisa, 43 anni, insegnante di italiano alla scuola secondaria di Cologne– "Sara ha deciso tutto da sola. L’idea di scrivere una poesia sul Covid19 le è venuta il giorno dopo carnevale, quando ha ricevuto i primi compiti online. Il primo assegnato dalla sua maestra, che si chiama Mariangela, è stato quello di comporre una filastrocca a tema libero. Sara ha scelto il coronavirus perché a causa di esso ha dovuto saltare il carnevale. Non solo. Al tg ha sentito molte notizie, tra cui la sempre più ampia diffusione della malattia, ma anche la necessità dell’uso delle protezioni e dei disinfettanti. Ha così messo tutte le sue sensazioni su carta".
Mamma Elisa sta vivendo questo periodo sia da genitore sia da insegnante. Passa diverse ore al pc a preparare dispense ed esercizi per i suoi studenti e nel frattempo si occupa della figlia. "Siamo abbastanza tranquille – racconta – usciamo a passeggio in campagna con i nostri due cagnolini. Per il resto studiamo e giochiamo a casa, ma non vede i compagni che le mancano molto. L’altra sera abbiamo organizzato una videochiamata con due sue amichette per poterle fare chiacchierare. Nei prossimi giorni ne faremo altre. La vita dei bambini per quanto si cerchi di renderla leggera è stravolta. Non hanno libertà".
In famiglia hanno deciso di informare la figlia su quanto accade, spiegandole che cosa è il Coronavirus e cosa comporta, ma soprattutto come evitare di prenderlo: "L’abbiamo dovuta rendere consapevole". Nel frattemo mamma Elisa lavora con i colleghi della scuola di Cologne ha creato una serie di aule virtuali con la possibilità di scambiarsi messaggi. "Stamattina abbiamo fatto il primo esperimento di contatto – conclude – Ci è sembrato di tornare in classe. Ci siamo detti che ci manchiamo. Questo mi ha fatto pensare che ne verremo fuori. Da mamma e insegnante è durissima. Mi mancano i miei studenti e capisco che a mia figlia manchino i suoi maestri e compagni. Dobbiamo tenere duro con la consapevolezza che non siamo in ferie e che se siamo a casa un motivo c’è".