
di Federica Pacella
Nessuna offerta per i capannoni di Montirone e Castel Mella della ex raffineria Metalli Capra: anche il secondo bando aperto dalla curatela fallimentare, scaduto ieri, non ha ricevuto offerte. A spaventare gli acquirenti c’è la gestione dei fusti con materiale a bassa radioattività, 30 tonnellate tra i due siti, ben custoditi e su cui ci sono anche già 2 milioni di euro ottenuti dalla Prefettura di Brescia tramite un bando del ministero della Transizione ecologica. "La normativa spaventa gli acquirenti", spiega la curatela. Ci si riproverà in autunno, con una base d’asta ribassata del 25% rispetto ai 24 milioni dell’ultimo bando. Da quelle risorse la curatela pescherebbe quanto serve per risolvere il vero nodo, la discarica nell’ex cava di argilla di Capriano del Colle al confine con Poncarale, principale sito a bassa radioattività tra i 7 bresciani (sui 13 lombardi).
Nell’area, visitata ieri dall’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo col viceprefetto Stefano Simeone, sono stoccate oltre 80mila tonnellate di scorie metalliche contaminate dal Cesio 137, isolate dall’Enea già nel 1989, ma che vengono dilavate dalla pioggia. Il percolato è raccolto in 8 cisterne da 25 m³ ma non può essere smaltito (cosa che succedeva fino al 2019). In attesa di un deposito nazionale per i rifiuti radioattivi, le poche aziende che trattano questo materiale hanno costi elevati (una è passata a chiedere da 50 euro al m³ a 2mila), andare all’estero è impensabile e la normativa dello scorso anno, più restrittiva per i siti a bassa contaminazione radioattiva, ha complicato le cose. "Questo percolato – spiega Cattaneo – sarebbe stato meglio andare a smaltirlo piuttosto che lasciarlo qui. Scriverò nuovamente al Governo, non si può lasciare questa situazione nel limbo". La soluzione definitiva è il progetto di capping da 6 milioni di euro (1 disponibile, un altro forse in arrivo) che consentirebbe di isolare le scorie. Sul fronte ambientale, gli enti spiegano che non ci sono allarmi. Il direttore di Apra Brescia Fabio Cambielli ha confermato che le ultimi analisi di giugno non segnalano peggioramenti.