Una vacanza di qualche settimana. "Poi, invece, ho iniziato a lavorare e sono rimasto qui". Andriy Bereza, ucraino, ha 43 anni e parla un italiano corretto e fluente. A tratti anche la cadenza bresciana contribuisce a certificare una storia di integrazione perfettamente riuscita. "Sono qui dal 2001, sempre nel Bresciano: ho trovato lavoro al terzo giorno". Ventitré anni fa, difficilmente avrebbe immaginato un giorno di vedere il proprio nome associato a quella di un’impresa. La propria.
"Dopo dieci anni ho voluto cambiare: non è stata una questione di soldi, ma di una nuova vita. Avevo un contratto, non potevo lamentarmi sotto l’aspetto economico. Però volevo un’altra esperienza". Faceva il muratore, poi si è dedicato ai mobili su misura. "Oggi però non hanno più tanta richiesta", spiega.
La decisione è stata investire in una ditta individuale "come posatore". "Il settore è quello dell’arredo: infissi, finestre. Lavoro da solo, qui tra Brescia e provincia", racconta Bereza. "La differenza rispetto a quando facevo l’operaio è che prima alle cinque del pomeriggio avevo sicuramente finito. Adesso ci sono giornate dove fino alle nove o alle dieci di sera sono davanti al computer. Ma non mi lamento, sono contento di questa scelta e di questa nuova vita: è una bella soddisfazione, mi sento più libero".
Ha una figlia - "nata qui" - e si sente realizzato. "La burocrazia? Nessuna polemica, non mi pesa. Se uno lavora va bene così".
L.B.