Adro, 19 dicembre 2024 – Ottavia Piana, la 32enne speleologa di Adro vittima di un drammatico incidente sabato scorso mentre esplorava le viscere dell’Abisso Bueno Fonteno ed estratta dal labirinto di grotte carsiche soltanto alle tre di ieri mattina.
Settacinque ore di attesa, di apprensione, di timore che qualcosa potesse andare storto durante le operazioni di salvataggio. Di amarezza per il linciaggio mediatico che ha travoltoPer la famiglia di Ottavia, ora ricoverata all’ospedale di Bergamo, è finito un incubo. Ma quelle 75 ore col fiato sospeso e complicate dagli ‘odiatori’ social che hanno pesantemente criticato la figlia per essersi "permessa” di infortunarsi due volte nella stessa grotta a distanza di un anno, hanno lasciato il segno.
La famiglia
Papà Pierluigi, titolare della Piana Gru di Cazzago San Martino, azienda di vendita e noleggio di bracci meccanici nella quale Ottavia lavora come segretaria, la mamma Lucia, il fratello Lorenzo, un anno più grande, non hanno voglia di raccontare.
“Ottavia sta bene, è questo che conta” sussurra il padre della speleologa uscendo dalla sua villa gialla affacciata sui vigneti di Torbiato di Adro, terra di filari a perdita d’occhio, cantine blasonate, abitazioni circondate da enormi giardini e cinte oscurate in cui prendono residenza i vip (come Eros Ramazzotti, vicino di casa dei Piana).
Poche parole
Anche la madre, che risponde al citofono con voce gentile e affaticata, è di poche parole. Ma c’è una ragione per tanta ritrosia a dispetto del lieto fine: “Preferiamo tenere la linea della riservatezza perché in questi giorni è stato detto e scritto di tutto. Tanto la conferenza stampa è stata fatta, no?”. Il fratello di Ottavia, Lorenzo, vive in una villa a pochi metri. All’ora di pranzo non c’è nessuno. “Guardate che tanto è in ditta”, dice un vicino. Ma la porta dell’azienda resta blindata.