BEATRICE RASPA
Cronaca

Fatture false per oltre 80 milioni, i colletti bianchi rischiano 70 anni

La Procura ha chiesto condanna severe per gli undici imputati, tra loro imprenditori e commercialisti

Brescia, 9 marzo 2022 - Undici condanne. Nel complesso quasi settant’anni di carcere per aver partecipato al meccanismo fraudolento che sorreggeva la “fabbrica dell’evasione“. Nuovo passaggio in aula ieri per “Evasione continua“, la maxioperazione della Guardia di Finanza che nel febbraio 2020 aveva fatto finire in manette 23 persone – 86 invece gli indagati, tra cui commercialisti, avvocati, consulenti, imprenditori e persino un monsignore novantenne di Matera, Francesco Cuccarese – per a vario titolo associazione a delinquere finalizzata alla frode, all’evasione e al riciclaggio. Ieri la pm Claudia Passalacqua davanti ai giudici della seconda sezione ha concluso la requisitoria per gli undici imputati che avevano scelto il dibattimento (altri undici sono già stati giudicati nei mesi scorsi con rito abbreviato, tra cui i presunti boss del sodalizio, la commercialista cinquantenne di Brescia Stefania Franzoni e il consulente Sergio Monteleone, 58, condannati dal gup a otto anni).

Stando alle accuse Franzoni e il socio Monteleone erano al vertice di un sistema i cui pilastri erano fatture false, società cartiere e crediti fittizi certificati però come reali. Per l’accusa il connubio tra imprenditori desiderosi di evadere le imposte e professionisti infedeli avrebbe generato proventi illeciti per oltre 80 milioni. La procura ieri ha chiesto la condanna a dieci anni per gli avvocati Roberto Golda Perini di Milano e a sei per il collega napoletano Francesco Alimonda, a sei anche per Giuseppe Gorini, altrettanti per l’ex consigliere comunale leghista di Brescia Alessandro Bizzaro, due e mezzo per i collaboratori dello studio Elena Cancarini e cinque per Andrea Giovita, e ancora, sette e mezzo per Pietro Rossini, cinque per Patrizia Bilacchi, sette per Pierantonio Prior, due e mezzo per Jelena Pajovic, nove anni per Attone Rizzi. "Il reato associativo è già stato riconosciuto dal gup – ha concluso Passalacqua - . Siamo in presenza di pluri-indagati, con recidiva, tutti a conoscenza delle pratiche illecite".