Una valigetta di pelle nera, conservata con cura in tutti questi anni. All’interno, lettere che vengono dal passato, scritte a mano, con tratto a volte incerto ma pulito, che confermano una storia che, fino ad ora, era rimasta viva solo nei ricordi di poche persone: la festa della mamma, in Italia, è stata celebrata per la prima volta a Brescia, nel 1952. Una storia che torna alla luce, documenti alla mano, grazie a Gianfranco Missiaia, nipote di Emma Lubian Missiaia, che nel secondo Dopoguerra vinse il concorso per dirigere la Civica Scuola femminile “Angela Contini”, che doveva preparare le donne non solo al lavoro (la sartoria era il fiore all’occhiello) ma anche alle nuove prospettive aperte dalla vita democratica. Spirito battagliero come lo era stata Angela Contini (eroina delle Dieci Giornate a cui era dedicato l’istituto, finita anche lei però nell’oblio pubblico) in quegli anni di ricostruzione, Missiaia ebbe l’intuizione di portare nella sua città la festa della mamma (nata negli Stati Uniti, altrove era già una tradizione), ben prima che, nel 1958, fosse presentata la proposta di legge istitutiva che, nella memoria collettiva, è rimasto come il momento ufficiale di avvio delle celebrazioni della festa della mamma in Italia.
Il primo firmatario della proposta, che diede il via a un vivace dibattito senza però diventare legge, era stato il senatore Raoul Zaccari che, nelle premesse, citava Bordighera (di cui era sindaco) come città in cui si celebrava la festa dal 1955, seguita da Torino e Milano nel ’58. Delle origini bresciane, invece, si persero le tracce. "Ho sempre sentito raccontare, da mia zia e da mio padre, che in realtà era stata la nonna a portare la prima festa della mamma in Italia – racconta Missiaia –. Ho provato ad approfondire un po’, per vedere se ci fosse qualcosa di concreto per dimostrarlo". E le prove sono saltate fuori, innanzitutto dai giornali dell’epoca che, nel 1955 e 1956 riportano le cronache della festa della mamma celebrata alla “Contini” di Brescia, con la presenza del sindaco Bruno Boni.
È un articolo del quotidiano La Notte del 1963 a riportare i dettagli più interessanti: vi si racconta che la prima festa della mamma fu organizzata da Emma Lubian Missiaia nel 1952, prima che in qualunque altra città italiana, col supporto concreto del sindaco Boni. In quell’occasione, le alunne avevano fatto dei lavoretti usando risparmi raccolti per mesi, donati poi a circa un centinaio di mamme, con una rosa. E poi ci sono le lettere conservate da Lubian Missiaia nella sua cartella di pelle nera, scritte da alunne e madri delle studentesse, dalla seconda metà degli anni ‘50, che parlano di una tradizione consolidata che nel 1963 arriva addirittura al Teatro Grande, dove viene consegnata la Rosa d’oro per la mamma dell’anno, oltre a duemila rose che, tradizionalmente, Missiaia acquistava sulla riviera ligure.
Di fatto in quel debutto bresciano ci sono tutti gli elementi che poi, nel tempo, hanno caratterizzato la festa (i lavoretti, i fiori, le scuole) e che si ritroveranno in tutta Italia. L’iniziativa, anche senza legge, si diffonde, tanto che a metà anni ’60 viene istituito anche un comitato nazionale (tra le presidenti ci sarà Francesca De Gasperi). Nei festeggiamenti nazionali è coinvolta la rivista “Madre”, edita a Brescia. Eppure, nel tempo, delle origini bresciane si sono perse le tracce, a partire proprio dal luogo in cui tutto è nato. "La storia di Bordighera è vera, ma avvenne forse in conseguenza del fatto che mia nonna acquistava migliaia di rose proprio in riviera e il senator Zaccari ebbe il merito di apprezzare l’iniziativa - ipotizza Missiaia - e proporre un disegno di legge che contribuì al diffondere la giornata dedicata alle mamme in tutta Italia".