REDAZIONE BRESCIA

Paolo Ferrari morto a 39 anni per fibrosi cistica, il messaggio postumo sui social: “Ho combattuto per ogni respiro, ora porto la mia energia altrove”

Le parole del giovane bresciano: “Ho vissuto ogni giorno con gioia sprezzante nei confronti delle difficoltà che mi si sono poste nella vita, non ho rimpianti”. Il ringraziamento a famiglia e amici e l’invito: “Niente fiori, donate per la ricerca”

Paolo Ferrari nella foto condivisa su Facebook, insieme al messaggio postumo

Paolo Ferrari nella foto condivisa su Facebook, insieme al messaggio postumo

Brescia – Un messaggio, una foto sorridente mentre manda un bacio. È questo l’addio postumo del bresciano Paolo Ferrari, 39 anni, morto dopo una lunga battaglia contro la fibrosi cistica, la malattia genetica grave più diffusa. Parole, le sue, affidate ai social e piene di gratitudine per chi è stato al suo fianco e per una vita vissuta pienamente, nonostante le difficoltà. Con un invito finale: niente fiori per il suo funerale ma donazioni alla Lega italiana per la Fibrosi Cistica della Lombardia. Migliaia i like e il messaggi in calce a questo post, l’ultimo, da cui traspaiono una forza e una energia fuori dal comune. "Oggi vi ho lasciato non perché volessi – ha esordito Paolo  –. Ho vissuto ogni giorno con gioia sprezzante nei confronti delle difficoltà che mi si sono poste nella vita. Sempre a testa alta senza cedimenti ho affrontato combattendo per ogni respiro"

La fibrosi cistica – come spiegato dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica, è una patologia multiorgano, che colpisce soprattutto l’apparato respiratorio e quello digerente. È dovuta ad un gene alterato, cioè mutato, chiamato gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator), che determina la produzione di muco eccessivamente denso. Questo muco chiude i bronchi e porta a infezioni respiratorie ripetute, ostruisce il pancreas e impedisce che gli enzimi pancreatici raggiungano l’intestino, di conseguenza i cibi non possono essere digeriti e assimilati. Seppure il grado di coinvolgimento differisca anche notevolmente da persona a persona, la persistenza dell’infezione e dell’infiammazione polmonare, che causa il deterioramento progressivo del tessuto polmonare, è la maggior causa di morbilità nei pazienti. 

Paolo Ferrari ha dedicato poi parole di ringraziamento per famiglia e amici: “Ho avuto a fianco molte persone che mi hanno sempre sostenuto e capito. La mia famiglia. La mia mamma (solo lei sa cosa ho patito). I miei amici più cari con i quali non erano necessarie molte parole x capirci... E mia moglie che non ho avuto il piacere di vivere come avrei voluto... Semplicemente per mancanza di tempo!”. Come testimoniato dai social la coppia si era sposata nel maggio scorso, “un atto perfetto, compiuto con attorno persone speciali”. Infine un messaggio pieno di forza e – anche in queste circostanze tragiche – gioia e passione, quelle che lo hanno sempre accompagnato nella vita: “Mi conoscete però: porterò la mia potente energia altrove – ha scritto alla fine del post -. Tra il sereno silenzio di una pescata e una vibrante cassa che suona ottimo hardcore a tutto volume stravolgerò di allegria chiunque altro avrò modo di incontrare lungo questa nuova avventura. Vi ho voluto bene! No regrets”.