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Enrico Casella Annalisa Strada Emanuela Bosco Massimo Minini premiati con la consegna del premio che valorizza i bresciani che si sono distinti
Brescia, 16 febbraio 2025 – Fiera di San Faustino da tutto esaurito, complice la bella giornata, che ha attirato nel cuore di Brescia migliaia di persone. Il serpentone con le 602 bancarelle non ha deluso le aspettative, tra oggetti stravaganti, cibo, articoli per la casa, abbigliamento. Immagini di una fiera che è ormai una tradizione, nata per dar ristoro ai pellegrini che venivano a render omaggio ai santi patroni, e che si ripete ogni anno. In servizio 168 agenti delle Polizia locale, supportati da 104 volontari, mentre in diversi punti del centro storico sono previste postazioni di pronto soccorso. Quest’anno, c’è stato un occhio di riguardo anche alla sostenibilità: ammessi solo bicchieri compostabili. La parte della fiera è quella più “pagana“, più commerciale, ma nella giornata di ieri sono stati molto partecipati anche la funzione religiosa e la consegna del premio brescianità, che valorizza i bresciani che si sono distinti per studi e impegno. I festeggiamenti si erano aperti il 14, con la deposizione di una corona d’alloro al monumento del Roverotto, lungo la salita che da piazzare Arnaldo porta al Castello, da parte dell’amministrazione.
Un rituale che affonda le sue radici nel 1438, quando, durante l’assedio di Brescia da parte delle truppe milanesi guidate da Niccolò Piccinino, i santi Faustino e Giovita apparvero proprio al Roverotto per difendere la città e infondere coraggio ai suoi abitanti. Con la deposizione della corona, si “rinnova“ questo patto di protezione tra i Santi e la città. Alla bontà ha dedicato la sua omelia il vescovo Pierantonio Tremolada, che ha celebrato la messa che, quest’anno, ha avuto anche un sapore internazionale: proclamate in inglese le letture, mentre il Vangelo è stato letto anche in lingua ucraina. "Ha subito dagli uomini una sorta di mortificazione. La si è diminuita, deviata, degradata nel suo significato. In diversi casi ha assunto un senso retorico o addirittura patetico: parliamo spesso di buone azioni, di buona famiglia, di buoni sentimenti ma lo facciamo con un certo imbarazzo”.