PONTE DI LEGNO – Precipita da una parete di ghiaccio e vola nel vuoto per una quarantina di metri. È morto così Francesco Prati, settantenne di Cellatica residente a Gussago, impegnato in una scalata in Valbione in territorio di Ponte di Legno, in alta Valcamonica, con alcuni amici. Alpinista esperto, la vittima a quanto ricostruito stava affrontando in cordata con altri due colleghi una parete ghiacciata della Cascata Madre, a circa duemila metri di altitudine, quando qualcosa è andato storto ed è precipitato.
A dare l’allarme e a chiamare i soccorsi sono stati proprio i compagni che erano con lui. Ma la scivolata per decine di metri gli è stata fatale. Prati è finito contro un promontorio di roccia sottostante, sul quale è piombato a dispetto di tutti i suoi tentativi di salvarsi aggrappandosi ovunque.
A occuparsi del recupero del settantenne sono stati i tecnici del Soccorso alpino e del Soccorso alpino della Guardia di Finanza, intervenuti con l’elisoccorso decollato da Sondrio e insieme ai carabinieri della compagnia di Breno, che poi hanno condotto la salma al Tonale e l’hanno messa a disposizione della famiglia. Lascia moglie e figli.
Toccherà ai militari nelle prossime ore capire che cosa è successo, è che cosa abbia fatto precipitare Prati da quella parete di ghiaccio molto frequentata dagli alpinisti e nota anche per precedenti incidenti dalla dinamica simile. L’ipotesi è che mentre la vittima guadagnava quota si sia sganciato un appiglio, o che si sia verificato un distacco. Quel che è certo che il settantenne durante la caduta ha tentato in tutti i modi di frenare la caduta usando anche la piccozza. Tutto si è rivelato inutile. Il volo è stato inarrestabile, l’impatto con le rocce sottostanti devastante.