
La mobilitazione dei lavoratori di Castenedolo ha acceso i riflettori sull’azienda in liquidazione Caccia agli acquirenti
CASTENEDOLO (Brescia)Tre grandi gruppi interessati allo stabilimento bresciano della Stanadyne. A quasi due mesi dall’annuncio della messa in liquidazione dell’azienda attiva nel settore automotive con sede a Castenedolo, sembra aprirsi uno spiraglio. Lo ha comunicato l’amministratore delegato Angelo Ridolfi, nominato anche liquidatore, audito in commissione consiliare Attività produttive della Regione Lombardia. "Tre importanti interessi industriali – spiega la Fiom Cgil Brescia - che andranno sicuramente valutati nel più breve tempo possibile, che potrebbero dare continuità produttiva ed occupazionale al sito di Castenedolo".
L’azienda era stata messa in liquidazione a dicembre, con prospettiva di cessazione dell’attività per i 100 lavoratori a giugno 2025. I dipendenti hanno avviato sin da subito il presidio permanente fuori dalla fabbrica, visitato, in queste settimane, da esponenti della politica a livello locale e nazionale. Sullo sfondo ci sarebbe la crisi dell’automotive, sebbene l’azienda sia di fatto in buona salute. A confermarlo anche l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi, in commissione. "Un’azienda sostanzialmente sana e con impianti tecnologicamente adeguati, che ha sofferto la crisi del settore automotive davanti alla quale non c’è che da provvedere alla riconversione industriale non appena ciò sia possibile".
Secondo i sindacati, più che per la crisi dell’automotive, la vicenda andrebbe da ascriversi a scelte ben precise delle multinazionali. "Non una crisi legata alla produzione – il parere di Antonio Ghirardi, segretario Fiom Cgil Brescia – ma che ha a che vedere con decisioni prese da lontano". Per questo era stata subito interessata anche Confindustria Brescia, affinché sollecitasse operatori bresciani a valutare l’acquisizione di un’azienda che non ha particolari ombre nei suoi bilanci. Il risultato, ora, è che 85 lavoratori e altrettante famiglie si trovano nel limbo, in attesa di capire come evolveranno gli interessi dei tre grandi gruppi interessati allo stabilimento bresciano.
"La lotta messa in campo in questi difficili giorni di presidio ha messo l’azienda nella miglior condizione possibile perché venga ceduta a un soggetto industriale terzo, priorità assoluta è il tempo – spiega Ghirardi -. Un riconoscimento unanime è arrivato ai lavoratori, se l’impercettibile e lontanissima luce accesa il 4 dicembre oggi è una visibile luce di speranza, lo dobbiamo tutti a loro".