LUCA TAVECCHIO
Cronaca

L’opera di Gabriele Picco censurata a Bolzano trova casa: la Tomba per una nuvola esposta al Museo Civico

L’installazione dell’artista bresciano era stata rimossa dalla piazza di Palais Campofranco perché “Offendeva la religione”, il Comune corre ai ripari e la sistema (al chiuso) nel museo cittadino

In loving memory of a vanished cloud prima di essere rimossa a Bolzano e Gabriele Picco

Brescia – Alla fine un posto, al chiuso, lo hanno trovato. Dopo 4 giorni di imbarazzo dell’amministrazione comunale, la Tomba per la nuvola scomparsa di Gabriele Picco, esposta (per pochi minuti) nella piazzetta di Palais Campofranco a Bolzano e fatta sbrigativamente rimuovere per le proteste dei ristoratori e di qualche cittadino, avrà un posto nel Museo Civico del capoluogo altoatesino. La decisione è stata annunciata oggi allo stesso Picco.

La cerimonia al museo

Nei prossimi giorni avverrà la cerimonia ufficiale di posa della lapide nera con la fotografia della nuvola estinta (il titolo originale dell’opera è “In loving memory of a vanished cloud”), già esposta l’anno scorso – senza proteste – nella personale di Picco a Palazzo Martinengo a Brescia.

Bolzano in fiore

Arriva così a conclusione la travagliata vicenda dell’opera che faceva parte di “Bolzano in Fiore Arte”, iniziativa che voleva portare l’arte contemporanea in alcuni luoghi pubblici della città, alla quale sono stati invitati 5 artisti italiani, organizzata dall’Azienda Autonoma del Turismo di Bolzano. 

Lapide all’ombra del ginkgo biloba

A Picco – le cui opere sono esposte, tra gli altri, al MoMa di New York – era toccato il grande ginkgo biloba, regalo della Principessa Sissi, al centro di Palais Campofranco. Il surreale sepolcro è stato svelato al pubblico nella prima mattina di venerdì 14 aprile con tanto di totem esplicativo accanto.

Ristoratori infuriati

Fin da subito però gli esercenti che affacciano sulla piazzetta, in particolare un ristoratore, hanno chiarito che lì quell’opera non ci poteva stare. “I clienti non vogliono mangiare con una tomba davanti”, oppure “Questo non è un cimitero”, e addirittura “È un’opera offensiva per la religione”

Lo sfratto

Detto fatto. In pochi minuti la Tomba per la nuvola scomparsa è… scomparsa. Prelevata a forza (parecchia, visto che è una lapide in granito nero di peso considerevole) da un incaricato della proprietà del Palais Campoforte e ficcata al buio di un magazzino in attesa che qualcuno se ne occupasse.

La pezza del Comune

Ci ha pensato poi lo stesso Picco, nella prima mattina di sabato, a recuperare il suo lavoro e caricarlo in auto per partire – “Ancora scioccato da quello che era successo”, ha detto l’artista – verso Brescia. Sulla strada del ritorno però la telefonata dell’organizzazione della mostra bolzanina: “Picco, ci scusi – si è sentito dire al telefono – vorremmo rimediare alla pessima figura. Abbiamo trovato una soluzione”. 

Solidarietà dell’assessora

La stessa assessora alla Cultura di Bolzano, Chiara Rabini, si era scusata con Picco: “Voglio esprimere la mia solidarietà all’artista – ha detto il giorno dopo lo sfratto dell’installazione – Spero che l’opera possa rimanere in città. Verificherò la possibilità di accoglierla nel Museo Civico”. Ci sono voluti un po’ di giorni, ma alla fine la decisione è stata presa: la Tomba per la nuvola scomparsa troverà posto nel museo cittadino. 

Resta l’amarezza

"Ho accettato questa soluzione – commenta Picco – per rispetto a quei cittadini che mi hanno dimostrato la loro solidarietà e per le tante, tantissime, persone che mi hanno scritto in questi giorni. Resta comunque l’amarezza per una vicenda che ha dell’incredibile e che testimonia, una volta di più, il pessimo rapporto che la gente ha con la morte, anche se trattata in maniera delicata e poetica”.

Sorprese in vista

Dalla vicenda però Picco, essendo un’artista, ha tratto anche spunti d’ispirazione, che daranno vita a una sorpresa. “Tutta la storia mi ha fatto riflettere molto – spiega ancora – Posso dire che quello che è successo mi ha fornito materiale per una nuova opera, che sarà un po’ la mia risposta alla censura di cui sono stato oggetto”.