BEATRICE RASPA
Cronaca

Nessuna archiviazione per Marino Cucchi, morto in cantiere a Lonato: undici a processo

Nel luglio 2018 il geometra fu schiacciato in un iper in costruzione. Grazie alla determinazione della famiglia della vittima si andrà a giudizio

L’infortunio mortale di Marino Cucchi in un centro commerciale non sarà archiviato

L’infortunio mortale di Marino Cucchi in un centro commerciale non sarà archiviato

LONATO (Brescia) – Era il 5 luglio 2018. Marino Cucchi, 59enne geometra di Romano di Lombardia (Bergamo), morì sotto una lastra di cemento di quattro tonnellate crollata dal solaio di un centro commerciale in costruzione a Lonato, il Garda Doors, di fronte a Il Leone. Un infortunio mortale che stava per essere archiviato e che invece ora è al centro di un processo aperto grazie alla determinazione dei familiari della vittima. La figlia e la moglie di Cucchi, infatti, rappresentate dall’avvocato Silvana Dibenedetto del Foro di Milano, si erano opposte alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta di cui era titolare il pm Ambrogio Cassiani, secondo cui il caso a soli sette giorni dal dramma andava chiuso per “morte del reo”.

Il gip accolse l’istanza e dispose nuove indagini. A occuparsene stavolta fu la pm Corinna Carrara, che ipotizzò a vario titolo responsabilità in ordine all’omicidio colposo di Cucchi per i legali rappresentanti delle ditte bergamasche che gestivano il cantiere di via Mantova, tra cui la Serio Prefabbricati srl della quale il geometra era un dipendente.

Così ora undici imputati sono a giudizio: Giovanni Bordanzi, Antonio Galdini, Giovanni Giuseppe Emma, Fabio Marco Piavani, Diego Piavani, Giovanni Piavani, Giulio Oldoni, Carlo Oldoni e Denis Vincenzo Oldoni, ma anche appunto la Serio Prefabbricati srl di Romano di Lombardia e la Olmi srl di Mozzanica.

Cucchi, che era capocantiere, finì schiacciato da una lastra di cemento prefabbicata lunga più di dieci metri che si sganciò dal solaio in fase di montaggio. L’indagine escluse difetti strutturali delle lastre, che pure mostravano delle crepe, e stando all’accusa furono commessi errori. La consulenza della Procura infatti ha concluso che “con il sistema di sollevamento (delle lastre, ndr) adottato da Serio Prefabbricati, le sollecitazioni risultano superiori alla capacità resistente a taglio del solaio - scrive l’ingegner Augusto Allegrini - e tale comportamento potrebbe innescare fenomeni di fessurazione ancor prima della posa dell’elemento”.

E ancora: “Le modalità di movimentazione delle lastre è avvenuta in modo difforme da quanto indicato dal produttore, mentre la posa e il montaggio sono avvenuti conformemente alle istruzioni di montaggio redatte dalla Serio Prefabbricati. Dal punto di vista della sicurezza invece si evince che non sono state indicate e attuate le indicazioni/prescrizioni di montaggio espresse dal produttore riassumibili in banchinaggio e divieto di presenza di persone sotto il solaio in fase di montaggio. Indicazioni non sono rinvenibili né nel piano di sicurezza. né nelle istruzioni di montaggio”. Si prosegue il 20 dicembre. Il giudicie, Marco Vommero, potrebbe disporre perizia.