Marcheno (Brescia) – L'8 ottobre del 2015 è un giovedì. Mario Bozzoli, 50 anni, scompare dalla fonderia di famiglia, in via Gitti a Marcheno, di cui è titolare con il fratello maggiore Adelio. Alle 19.12 ha telefonato alla moglie, a Soiano, per avvertirla che si preparava a rincasare. Nello spogliatoio vengono trovati i suoi abiti "civili". L'auto è parcheggiata nel cortile della fabbrica. Sabato 10 ottobre 2015
Prima ispezione dei Ris nella fonderia
Martedì 15 ottobre 2015
L'avvocato Patrizia Scalvi, che assiste la famiglia di Mario Bozzoli, ottiene dal sostituto procuratore di Brescia Alberto Rossi, che coordina le indagini, il sequestro della fonderia per cercare tracce nel forno e nel materiale di scarto. Una ricerca che non darà esito Giovedì 15 ottobre 2015
Appello della famiglia: "Mario necessita di medicine". Una delle sorelle denuncia la scomparsa di Giuseppe Ghirardini, un operaio addetto ai forni, "veterano" dell'azienda Bozzoli. Venerdì 16 ottobre 2015
Ricerche di Ghirardini al Crocedomini e al Collio. Viene trovata l'auto in una zona boschiva. Domenica 18 ottobre 2015
Il corpo dell'operaio scomparso è rinvenuto a Case di Viso, sopra Ponte di Legno. L'autopsia accerta che è stato avvelenato da una capsula di cianuro. Un'altra, intatta, è rimasta nello stomaco. L'inchiesta per istigazione al suicidio finirà per essere archiviata. Mercoledì 21 ottobre 2015
Irene Zubani, moglie di Mario Bozzoli, presenta ai carabinieri una denuncia di scomparsa del coniuge nella quale si fa riferimento ai rapporti tesi tra Mario e l'altro ramo della famiglia, il fratello Adelio e i due figli di quest'ultimo. Giovedì 22 ottobre 2015
Filtra la notizia che la sera della scomparsa di Mario, alle 19.18, dal forno grande della fonderia è uscita una fumata "anomala". Venerdì 18 dicembre 2015
I due nipoti dell'imprenditore scomparso, Giacomo e Alex, e gli operai Oscar Maggi e il senegalese Aboagye Akwasi, detto Abu, vengono indagati a piede libero per omicidio volontario di Mario e distruzione di cadavere. Martedì 24 marzo 2020
La procura generale di Brescia (che ha avocato l'inchiesta) chiede il rinvio a giudizio di Giacomo Bozzoli, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e distruzione di cadavee, e l'archiviazione per l'altro nipote di Mario, Alex, e per gli operai Maggi e Abu. Giovedì 10 dicembre 2020
Il giudice dell'udienza preliminare Alberto Pavan rinvia a giudizio Giacomo Bozzoli. Giovedì 14 gennaio 2021
Inizia in Corte d'Assise a Brescia il processo a Giacomo Bozzoli. L'ipotesi accusatoria è quella che Mario Bozzoli sia stato ucciso e portato fuori dalla fabbrica da Giacomo. Mercoledì 27 aprile 2022
In una fornace a Provaglio d'Iseo viene effettuato un esperimento giudiziale con un maialino morto che viene inserito in un forno. La carcassa ha indosso dei panni per simulare gli indumenti della vittima. Lo scopo è quello di verificare quali effetti può provocare la combustione di un corpo in un forno. Non si verifica alcuno scoppio, solo una fumata bianca che si diffonde per qualche minuto nel capannone. Non si avverte puzzo fino a quando non viene sollevata la cappa. La conclusione è allora quella che fare sparire il corpo di Mario Bozzoli in un crogiolo a 900 gradi sarebbe stato fattibile. La procura aggiorna il capo d'imputazione aggiungendo l'ipotesi dell'eliminazione nel forno grande.
Venerdì 30 settembre 2022
Giacomo Bozzoli viene condannato all'ergastolo con dodici mesi di isolamento diurno. Venerdì 17 novembre 2023
La Corte d'Assise d'appello di Brescia conferma la condanna di Giacomo al carcere a vita. Lunedì 1 luglio 2024
La prima sezione penale della Corte di Cassazione rigetta il ricorso della difesa e rende definitiva la condanna di Giacomo Bozzoli al carcere a vita. Ma il 39enne non si trova a casa: iniziano le ricerche.