L’aria condizionata accesa, i vestiti hawaiani e la Coca Cola: tutti gli errori di Giacomo Bozzoli

Brescia, non solo il cellulare agganciato da una cella telefonica e la telecamera oscurata, ecco le altre tracce lasciate dall’ex latitante prima dell’arresto nella villa di Soiano. Ora il 39enne si trova in carcere a Bollate in attesa di essere interrogato

Brescia, 13 luglio 2024 –  Era in funzione giovedì scorso il motore esterno dell'aria condizionata della villa sul lago di Garda di Giacomo Bozzoli. Segno che qualcuno si trovava all'interno. Così i carabinieri, già in zona perché insospettiti da una telefonata su una delle utenze intercettate, hanno perquisito le stanze della residenza e hanno trovato nel cassettone del letto, nascosto, il proprietario, 39 anni, condannato all'ergastolo per omicidio, latitante e ricercato da dieci giorni in tutta Europa e anche altrove e ora trasferito nel carcere di Bollate. Un carcere “modello” scelto dalla Procura di Brescia per scongiurare possibili gesti autolesionistici.

Giacomo Bozzoli arrestato dopo 11 giorni di fuga: ora attende l'interrogatorio
Giacomo Bozzoli arrestato dopo 11 giorni di fuga: ora attende l'interrogatorio

Le telecamere

Investigatori e inquirenti erano stati allertati, sempre giovedì scorso, anche perché una delle telecamere di sorveglianza della villa di Soiano del Garda aveva smesso di inquadrare la porzione dell'esterno dell'abitazione di propria competenza, come se qualcuno l'avesse oscurata. Le tracce che l'uomo avrebbe lasciato - forse aiutato nel suo rientro dalla fuga estero - sono diverse.

Il frigo

La prima sono gli alimenti e le bevande che riempivano il frigo nonostante la villa in questi giorni fosse ufficialmente disabitata con la compagna e il figlio di 9 anni che si trovano a casa dei genitori. Non solo, nella camera da letto dove è stato trovato c'erano un dopobarba e, soprattutto, dei vestiti simili a quelli che Bozzoli indossava mentre una telecamera lo riprendeva alla reception di un albergo a Marbella, in Spagna, il 30 giugno, il giorno prima della condanna definita all'ergastolo con l'accusa di aver ucciso 9 anni fa lo zio Mario e di averne gettato il corpo nel forno della fonderia di famiglia.

La villa di Soiano del Garda, in provincia di Brescia, dove Bozzoli è stato catturato
La villa di Soiano del Garda, in provincia di Brescia, dove Bozzoli è stato catturato

Il telefono

Ma a tradire l’ex latitante è stato soprattutto il telefono acceso:  nelle prime ore di giovedì viene captata da un sistema (forse un trojan), che tiene sotto controllo decine di utenze, telefoni cellulari e fissi, una comunicazione diretta a una persona della cerchia più vicina al latitante. Viene verificato il numero, viene individuata la cella: è una cella bresciana.

L’interrogatorio

La prossima settimana Bozzoli potrebbe essere sentito dai magistrati di Brescia per capire nel dettagli tutto gli spostamenti fatti durante la sua fuga prima del rientro in Italia e del blitz dei carabinieri nella sua villa di Soiano. "Non c'è ancora una data, lunedì valutiamo" fanno sapere fonti qualificate che lo descrivono come un uomo confuso, tornato a casa per vedere il figlio, come ripete anche dal carcere. La fuga, in teoria, sarebbe potuta proseguire ancora visto che il 39enne aveva con sè un borsello con 50mila euro in contanti.