BEATRICE RASPA
Cronaca

Brescia, si sparò dopo aver ucciso il vicino: non verrà processato. Ecco perché

Giuseppe Valetti, carabiniere in pensione, colpì a morte il muratore indiano Satpal Singh, molto probabilmente per dissidi riguardanti una casa

TUTTOFARE

I rilievi della polizia

Brescia, 30 settembre 2024 – Giuseppe Valetti, il 78enne ex carabiniere che lo scorso 13 aprile ha ucciso con un colpo di pistola il muratore indiano Satpal Singh, 54 anni, e poi ha provato a uccidersi sparandosi in bocca, non avrà un processo. Lo ha deciso il gip, Mauro Liberti, che sulla scorta di una perizia disposta in sede di incidente probatorio ha dichiarato il non luogo a procedere.

Proscioglimento “obbligato”

Valetti, sopravvissuto per miracolo, è infatti in uno stato vegetativo che sembra irreversibile. Non è in grado di parlare, né di comprendere. Per il perito Valentina Stanga, incaricata dopo la richiesta di valutazione psichiatrica avanzata dalla difesa, non è in grado di stare a giudizio. Di qui il proscioglimento.

La famiglia di Singh, sposato e padre di due figli, potrà dunque far valere le proprie ragioni solo sperando nella giustizia civile. Il capitolo penale si è chiuso.

Movente mai definito

Il movente dell’omicidio non è mai stato chiarito fino in fondo. Anche se pare che a scatenare la furia dell’ex maresciallo in pensione sia stata una casa contesa in via Corsica. Tra l’anziano e la famiglia della vittima, in Italia da tempo, c’era una conoscenza pregressa di almeno una decina di anni.

Il figlio maggiore di Singh, 28 anni, era stato uomo tuttofare - badante e giardiniere - per Valetti, non sposato e senza figli. Valetti aveva vissuto a lungo in quella casa di via Corsica, e a un certo punto l’aveva venduta al badante. Quell’appartamento però, in virtù dei rapporti cordiali intessuti in anni di frequentazione, era rimasto nella disponibilità del 78enne.

Un paio di mesi prima del delitto il legittimo proprietario aveva deciso di entrare in possesso dell’abitazione. E da quel momento Valetti l’avrebbe giurata agli ex amici. Finché quel sabato pomeriggio dello scorso aprile l’anziano si è recato in via Codignole, a casa di Satpal Singh, con in tasca la sua Beretta 7.65 regolarmente detenuta. Alle 18 ha suonato e si è fatto aprire, e appena questi è uscito nell’androne ha fatto fuoco. Un paio di volte, mirando al petto.

Un colpo è andato a segno, ed è stato fatale. Poi si è avviato verso la casa di via Corsica che rivendicava, anche qui si è fatto aprire e si è sparato in bocca. È rimasto a lungo in coma in Poliambulanza, in condizioni critiche, e si è miracolosamente salvato.