Si è chiuso con numerosi antagonisti allontanati dall’aula per aver esposto striscioni e intonato cori contro il fascismo il dibattito del Consiglio comunale bresciano sui fatti del 28 dicembre in piazza Vittoria. La mattinata era iniziata con la maggioranza che ha sfogliato ‘Il ribelle’ mentre il consigliere di Fratelli d’Italia Carlo Andreoli (unico a non avere votato deliberatamente il documento unitario di condanna al fascismo) presentava un’interrogazione. Nel pomeriggio, la mozione del centrodestra chiedeva di esprimere solidarietà alla polizia e di condannare gli scontri accesi dagli antifascisti del 28 dicembre. Alla mozione del centrodestra è stata contrapposta quella del centrosinistra (il consigliere Francesco Catalano non l’ha votata). "Non potete essere strabici – ha spiegato Fabio Rolfi (Lega) – non si possono condannare solo le manifestazioni di destra". Polemiche hanno suscitato le parole di Valentina Gastaldi (Brescia attiva), che ha definito "neofascista" il Governo.
"Non potevamo votare una mozione – ha spiegato Gastaldi – di chi, tra le sue fila, ha qualcuno che non si definisce antifascista". La sindaca Laura Castelletti ha sottolineato l’importanza di non abbassare la guarda sul fascismo, ma ha confermato il disappunto per la partecipazione al presidio antifascista, vietato in piazza Vittoria, di un paio di consiglieri della maggioranza. Per Roberto Cammarata, "gli estremismi contrapposti non esistono: neofascisti sono contro la Costituzione, gli antifascisti la difendono". Da lui la richiesta a FdI di togliere l’intitolazione del circolo locale a Pino Rauti.