Primi bilanci per i laghi lombardi monitorati dalla Goletta dei Laghi di Legambiente. Si parte con il lago di Garda: i primi monitoraggi effettuati da Legambiente sul bacino lacustre, sponde veneta e lombarda, mostrano varie criticità e in alcuni punti un peggioramento rispetto ai risultati delle analisi microbiologiche effettuate nel 2023. Sui complessivi 12 punti campionati, risultano fortemente inquinati tre foci su sei sulla sponda veronese del Garda (Marra, Bosca e Rielo) e ben cinque punti su sei sul versante bresciano del bacino lacustre (foce del canale nei pressi della spiaggia in località Le Rive a Salò, foce del torrente nei pressi del porto a Padenghe sul Garda, foce del Rio Lefà in località Roina a Toscolano Maderno, foce del rio nell'Oasi San Francesco del Garda a Desenzano del Garda e foce del torrente in località Santa Maria di Lugana a Sirmione). Per quanto riguarda il confronto con i dati rilevati nel 2023 negli stessi punti, quest’anno peggiorano cinque punti su sei sul Garda lombardo (tutti tranne la foce del Rio Lefà in località Roina a Toscolano Maderno, che anche lo scorso anno aveva mostrato concentrazioni al di sopra dei limiti di legge) e tre punti su sei sul versante veneto, non solo in relazione all’anno precedente ma anche rispetto al 2022 (foci dei torrenti Marra, Bosca e Rielo).
L’impatto negativo del consumo di suolo
A fare il punto sulle analisi delle acque gardesane – versanti veneto e lombardo – è stato oggi il portavoce della Goletta dei Laghi di Legambiente, Mirko Laurenti, intervenuto a Sirmione del Garda insieme a Elena Ferrario - vicepresidente Legambiente Lombardia. Tra i partecipanti anche Luisa Lavelli - sindaca del Comune di Sirmione, Cristina Milani e Paolo Bonsignori del circolo Legambiente “Per il Garda” e Gianluigi Gambe - Unione Pescatori Sportivi del Garda. “Sarà importante dare seguito a questi risultati con provvedimenti che mettano al centro la tutela della salute pubblica e la salvaguardia dei fragili ecosistemi lacustri», commenta Mirko Laurenti. La cronaca di questi ultimi giorni riporta che in una zona collocata sulla sponda veneta del Garda è stato vietato l’uso di acqua potabile a seguito di vari casi di gastroenteriti causati da un virus. L’aspetto che ci colpisce e che avvalora la necessità di interventi immediati sul lago è proprio il sospetto che sia stato l’innalzamento del livello del Garda ad aver influito sulla contaminazione dell’acqua della rete acquedottistica. E’ noto poi che il consumo di suolo continui a essere un grosso pericolo su cui agire per evitare il rischio idrogeologico”.
“Il lago di Garda costituisce un patrimonio idrico, economico e ambientale fondamentale non solo per la Lombardia o il Veneto ma a livello italiano ed europeo» sottolinea Luigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto. Un patrimonio già oggi gravato sia dagli effetti dei cambiamenti climatici sia dalle numerose pressioni antropiche che insistono su di esso: dal turismo di massa agli episodi di inquinamento e fino ai prelievi idrici per scopi industriali e agricoli. Le acque e il territorio del lago non possono conoscere confini amministrativi, regionali o provinciali, per questo Legambiente da sempre sostiene la necessità di una valutazione unitaria che porti alla condivisione di tutti i piani e i progetti che possono avere ricadute a livello ecosistemico e/o di area vasta”.
Quella di oggi a Sirmione è stata la prima tappa lombarda di Goletta dei Laghi: Legambiente passerà al vaglio il lago di Iseo con un focus sull’omonimo lago, il 6 luglio sarà a Porto Ceresio (Varese) per presentare i dati del monitoraggio sul Ceresio, successivamente sarà a Bellano (Lecco) con il focus dedicato al Lario e chiuderà le tappe lombarde il 9 luglio a Laveno-Mombello (Varese), dove protagonista sarà il Lago Maggiore.
Il monitoraggio
“Da anni la Goletta dei Laghi prova ad affrontare le criticità segnalate dai cittadini o dai circoli Legambiente. Come ripetiamo sempre, le nostre analisi non danno patenti di balneabilità ma sono utili ad individuare le acque non depurate che ancora si riversano a lago dagli sfioratori di piena o provenienti dall’entroterra», dichiara Elena Ferrario, vicepresidente Legambiente Lombardia. Il lago di Garda ha una pressione antropica molto alta dovuta all’eccessiva cementificazione e ai 9 milioni di turisti che solo sulla sponda lombarda si riversano ogni stagione sulle spiagge gardesane. Una situazione questa in cui massima deve essere l’attenzione alla qualità delle acque. Per questo monitoriamo anche le foci dei fiumi e le acque dei porti”.
Il dettaglio delle analisi microbiologiche effettuato sulle acque del Lago di Garda versante veneto. Il 19 giugno 2024, i volontari e le volontarie di Legambiente hanno campionato 6 punti nelle foci di fiumi o torrenti in provincia di Verona, tutti collocati sulla sponda veneta del lago di Garda. Nello specifico si tratta della foce del torrente Gusa a Garda, la foce del torrente San Severo a Bardolino, la foce del torrente Marra e del torrente Bosca a Lazise, la foce del Rio Dugale dei Ronchi a Castelnuovo del Garda e la foce del torrente Rielo a Peschiera del Garda. Tre foci su sei – torrente Gusa, San Severo e Rio Dugale dei Ronchi - sono risultate con concentrazioni escherichia coli ed enterococchi intestinali nei limiti di legge.
La situazione sul versante lombardo del Garda
Il dettaglio delle analisi microbiologiche effettuato sulle acque del Garda lombardo. Il 12 giugno scorso, i volontari e le volontarie di Legambiente hanno campionato sei punti sul lago di Garda sponda lombarda. Come nel caso dei campionamenti effettuati sul Garda veneto, anche per questo monitoraggio sono state prese in considerazione sei foci, tutte in provincia di Brescia. Tra tutti i punti campionati, solo uno è risultato entro i limiti di legge per i due parametri escherichia coli ed enterococchi intestinali, nello specifico la foce del torrente Toscolano sul lungo-lago di Toscolano Maderno. Le altre cinque foci sono invece risultate fortemente inquinate: la foce del canale nei pressi della spiaggia in località Le Rive a Salò, la foce del torrente nei pressi del porto a Padenghe sul Garda, la foce del Rio Lefà in località Roina a Toscolano Maderno, la foce del rio nell'Oasi San Francesco del Garda a Desenzano del Garda e la foce del torrente in località Santa Maria di Lugana a Sirmione. Interessante notare come negli anni, tutti questi punti abbiano mostrato criticità. Meritevole di segnalazione è anche il fatto che nel 2023, gli stessi monitoraggi effettuati sulle acque della sponda lombarda del Garda abbiano mostrato risultati differenti: era infatti risultata inquinata solo la foce del rio Lefà, mentre gli altri punti erano caratterizzati da concentrazioni al di sotto dei limiti di legge. Per quanto riguarda la presenza di cartelli di divieto di balneazione, i volontari e le volontarie ne hanno notati in due punti sui sei campionati: foce del canale nei pressi della spiaggia in località Le Rive a Salò e la foce del torrente nei pressi del porto a Padenghe sul Garda.
Il ruolo dei cambiamenti climatici
Per entrambe le sponde campionate del Garda, le differenze di risultati riscontrate da un anno all’altro potrebbero dipendere dalle particolari condizioni meteorologiche influenzate dai cambiamenti climatici. Il biennio 2022-2023 è stato particolarmente siccitoso nelle zone oggetto del campionamento, difatti una parte dei torrenti non aveva una portata sufficiente per arrivare a sfociare nel lago, di conseguenza il carico inquinante non arrivava. Quest’anno invece, è risultato molto piovoso e talvolta caratterizzato da eventi estremi. Questo tipo di fenomeni metereologici influiscono sul funzionamento del sistema di raccolta e di depurazione delle acque reflue che, tramite il sistema del troppo pieno, si riversano nelle acque dei corpi ricettori (fiumi o laghi).
La depurazione delle acque, un tasto dolente
Quest’anno ricorrono i trent’anni della Legge Galli che, nel 1994, rivoluzionò l'organizzazione del servizio idrico integrato, prevedendo una gestione unitaria e integrata per l’insieme dei servizi di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue. È proprio quest’ultima la parte del ciclo su cui si concentrano le campagne di Goletta Verde e Goletta dei Laghi. La depurazione resta uno dei tasti dolenti nel nostro Paese, con 910 agglomerati per i quali sono state rilevate situazioni di non conformità ai requisiti della direttiva europea sulle acque reflue. Secondo gli ultimi dati disponibili del Ministero dell’Ambiente (dicembre 2023) in Lombardia ci sono ancora 127 agglomerati in procedura di infrazione, secondo la valutazione di conformità espressa dalla Commissione europea.