AGNOSINE (Brescia)
Ergastolo confermato in Cassazione per Paolo Vecchia, operaio di 54 anni di Sabbio Chiese che il 13 settembre 2021 uccise con 40 coltellate Giuseppina Di Luca, 46 anni, nell’androne della casa di Agnosine dove la donna si era trasferita da poche settimane perché voleva separarsi. I giudici supremi hanno rigettato il ricorso della difesa, rappresentata dall’avvocato Roberto Lancellotti, accogliendolo solo limitatamente all’aggravante dei maltrattamenti nei confronti di una delle figlie minori con riduzione dell’isolamento diurno da sei a tre mesi. Sia in primo, che in secondo grado erano stati riconosciuti la premeditazione e i maltrattamenti nei confronti della vittima e delle figlie Sara e Tania, all’epoca di 20 e 24 anni. Ricevuta la lettera di separazione, l’operaio quella mattina si presentò sotto casa dalla ex e la massacrò. Poi torno nell’abitazione di Sabbio Chiese, svegliò la figlia maggiore per informarla dell’omicidio e si costituì. "Il Vecchia non ha esaurito la propria energia distruttiva nell’agguato mortale (...) ma ha infierito sulle figlie sfogando anche su di loro il livore accumulato rivendicando con orgoglio misto a sadismo l’uccisione della genitrice al cospetto della figlia in dormiveglia (“Ti ho ucciso tua madre proprio come ti ho promesso…l’ho copada, l’ho copada”) – aveva scritto la Corte d’Assise motivando la sentenza – (...) Condotte così deplorevoli non possono aver costituito frutto dell’improvvisazione, quanto la manifestazione di un substrato umano irrispettoso e prevaricatore, sintomatico di radicato atteggiamento vessatorio".Beatrice Raspa