Brescia – “Bigger than life”, perché la sua allegria, il suo impegno culturale, sociale, politico, riecheggia ancora, tra Senegal e Brescia. Così Hadija Francesca Sanneh, ventisettenne figlia di Idris Sanneh, ha ricordato il padre, a cui, ad un anno dalla scomparsa, è stato dedicato il concerto di Youssou N’Dour, artista e attivista, simbolo senegalese conosciuto in tutto il mondo. A portarlo a Brescia è stata la più piccola dei quattro figli di Idris, Hadin, 25 anni. “Perdere qualcuno è sempre un dolore – racconta – ma se quella persona, in vita, ti ha lasciato tanto, allora non sentirai quel vuoto abissale, ma vivi la vita con i valori che ti ha trasmesso. Così è stato per me”.
Organizzatrice di eventi in ambito afro-beat, Hadin ha portato a termine il progetto condiviso proprio col padre, un anno fa, di portare a Brescia Youssou N’Dour, a cui era legato da una storica amicizia. “Youssou N’Dour è molto simile a mio padre, entrambi riescono ad unire le due culture, africana e italiana, senza fatica”. Prima del concerto al Florida, che ha chiuso la tournèe internazionale, Youssou N’Dour è stato accolto in Loggia dal vicesindaco Federico Manzoni (che ha ricordato che all’Africa sarà dedicato il Festival della Pace) e dalla consigliera comunale Raisa Labaran, con il console generale del Senegal a Milano Mamadou Lamine Diouf, il presidente dell’associazione dei senegalesi di Brescia e provincia Babacar Sall.
Tanti anche i rappresentanti della comunità senegalese che hanno riempito la sala consigliare di colori e musica (un cantastorie è intervenuto a rendere onore ad Idris e Youssou N’Dou, come è tradizione per la cultura senegalese): alla Loggia, l’appello ad intestare una via al giornalista scomparso il 4 agosto del 2023. “Idris ci ha fatto sognare tanto – ha ricordato Labaran, prima donna di seconda generazione ad occupare un seggio nel consiglio comunale della città –. Se tante persone di seconda generazione, ma anche di prima, hanno avuto un modo in più per trovare il proprio spazio è stato anche grazie a lui che ci ha insegnato che non siamo secondi a nessuno”.
Il ricavato del concerto sarà devoluto a progetti di educazione attraverso lo sport in Senegal. “La cultura è il fuoco, il ponte che permette di costruire la pace – ha sottolineato il cantante senegalese –. L’Italia deve essere fiera del Senegal, dell’Africa, di chi viene qui, in un Paese che non è stato colonizzatore, portando la propria forza”.