
L’altroieri Balwinder Singh era regolarmente seduto sui banchi dell’opposizione in consiglio comunale. Con il braccialetto elettronico, che gli era...
L’altroieri Balwinder Singh era regolarmente seduto sui banchi dell’opposizione in consiglio comunale. Con il braccialetto elettronico, che gli era stato applicato dieci giorni fa, sotto la giacca. Ma non aveva detto nulla a nessuno, pare. Ieri si è scatenato un vespaio, a cui è seguita una richiesta bipartisan di dimissioni (pur nella consapevolezza della doverosa presunzione di innocenza). Il primo a chiederle è stato il capogruppo di Brescia Civica (di cui Singh fa parte), avvocato Massimiliano Battagliola, saltato sulla sedia: "Stante la situazione, la gravità delle accuse e il fatto che il nostro gruppo politico fosse all’oscuro di tutto gli abbiamo formalizzato una richiesta di dimissioni - ha dichiarato Battagliola dopo avere incontrato il consigliere- Singh si è detto certo di poter dimostrare la propria innocenza nelle sedi opportune e ha chiesto qualche giorno per riflettere. Da parte nostra non rimane che attendere, e poi eventualmente valutare i provvedimenti del caso". Per la sindaca, Laura Castelletti, la vicenda è "gravissima". Il comportamento nei confronti delle figlie di cui è accusato Singh è "inaccettabile, e se confermato, deve essere stigmatizzato e punito in modo esemplare. Mi chiedo anche se l’opposizione in Loggia fosse a conoscenza della vicenda e da quanto". Ferma condanna anche da parte di Lega, Fratelli d’italia e Forza Italia: "In campagna elettorale abbiamo firmato tutti una carta di valori in cui crediamo e di cui rivendichiamo il rispetto". Si dicono "stupiti addolorati" il segretario unione comunale Pd Brescia Roberto Cammarata, il capogruppo Pd in Loggia Roberto Omodei e la coordinatrice Conferenza donne democratiche Valeria Benedetti, il cui primo pensiero va alle ragazze.