REDAZIONE BRESCIA

Il centro Aristofane aperto a tutti. Due anni contro le discriminazioni

Richieste di aiuto non solo dai giovani, per superare le fatiche quotidiane

Il centro Aristofane aperto a tutti. Due anni contro le discriminazioni

Lo sportello è stato avviato due anni fa grazie a un progetto dell’associazione Adl a Zadovici Arcigay Orlando e Butterfly

Sono state 116 le persone che, in meno di due anni, si sono rivolte al Centro Aristofane, centro bresciano contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere. Lo sportello era partito nel 2022 grazie a un progetto promosso dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri e Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazione) e finanziato coi fondi Pon Inclusione Fse 2014-2020. Capofila è l’associazione Adl a Zavidovici insieme ad Arcigay Orlando Brescia e Centro antiviolenza Butterfly, che hanno deciso di mettersi in gioco per rispondere alle necessità del territorio bresciano, privo di un servizio adeguato e di supporto per persone Lgbtqia+ vittime di discriminazione.

I dati evidenziano che il centro ha intercettato un bisogno che rischia di essere sottostimato: l’under-reporting è una caratteristica dei fenomeni discriminatori, compresi quelli motivati da identità di genere e orientamento sessuale. Nei primi 9 mesi sono stati 44 i contatti e gli accessi allo sportello, con 16 richieste di supporto psicologico, 2 nella domanda di protezione internazionale, 10 di ricerca lavorativa, 14 legale. Le 72 richieste da dicembre scorso a oggi hanno riguardato supporto psicologico (23), ricerca lavorativa (21), ma anche supporto sanitario (3), consulenza con esperta (1).

Tra le grandi novità del 2024, la collaborazione con un medico andrologo ed endocrinologo, che ha permesso di supportare due persone in transizione di genere nella presa in carico per la terapia ormonale. "Molte persone sono arrivate anche dalla provincia – spiega Viola Perrini, di Adl a Zavidovici – che è più lontana e chiusa. Nel primo anno c’è stata molta utenza giovane, ma con la maggiore conoscenza del centro sono arrivate anche persone più adulte". Più della metà delle persone arrivate al Centro sono transgender, che più subiscono discriminazioni e accusano a livello emotivo più fatiche. Le discriminazioni riportate sono su tutti gli aspetti della vita personale e pubblica: a casa, sul luogo di lavoro, negli ospedali, a scuola e sui mezzi pubblici. Finito il bando, i servizi proseguiranno a ranghi ridotti, in attesa di un altro finanziamento. F.P.