"Il Chiese non diventerà una fogna"

Una passeggiata fino alla sorgente del Chiese a Brescia per opporsi al progetto del depuratore del Garda. Il segretario del comitato Gaia Gavardo denuncia le criticità del progetto che minaccia l'ambiente. La comunità locale si mobilita per difendere il fiume.

"Il Chiese non diventerà  una fogna"

Una passeggiata fino alla sorgente del Chiese a Brescia per opporsi al progetto del depuratore del Garda. Il segretario del comitato Gaia Gavardo denuncia le criticità del progetto che minaccia l'ambiente. La comunità locale si mobilita per difendere il fiume.

Una passeggiata fino alla sorgente del fiume Chiese per dire no al progetto del depuratore del Garda che prevede il doppio impianto a Gavardo e Montichiari. Un messaggio chiaro quello lanciato dal monte Fumo, dove nasce il Chiese, da Corrado Morettini, segretario del comitato Gaia Gavardo, che da sempre evidenzia le criticità del progetto che da anni divide, ormai, territori e istituzioni. Per ora non ci sono aggiornamenti ufficiali (il sito del commissario, aperto quando prefetto era Attilio Visconti, è fermo al 2021), ma entro fine estate dovrebbe arrivare il progetto definitivo, che sarà consegnato da Acque Bresciane al commissario, il prefetto di Brescia (Andrea Polichetti, che prenderà il posto di Maria Rosaria Laganà). La strada su cui si lavora, però, è sempre quella di Gavardo e Montichiari con scarico nel Chiese, e per questo la voce della comunità della Val Sabbia è quella di fermarsi. "Qui nasce il Chiese – commenta Morattini, nel video girato alla sorgente del fiume - da qui dobbiamo cominciare a difenderlo, dobbiamo continuare a lottare perché resti bello e pulito, come qui alla sorgente così in tutta la sua asta, fino all’Oglio. Non permetteremo a nessuno che lo si faccia diventare la latrina dei turisti del Garda". Del depuratore del Garda ha parlato anche Roberta Caldera, presidente del comitato La Roccia di Gavardo, e membro della rete “Mamme da Nord a Sud“ in occasione dell’intervento a Montecitorio. "Siamo in prima linea contro la realizzazione del depuratore del Garda, imposto ai territori da una certa parte politica. Un progetto il cui costo è ormai arrivato a 240 milioni, quando basterebbe la ristrutturazione dell’esistente per spendere molto meno, senza compromettere la situazione ambientale". F.P.