BRESCIA
"Qui il Natale è una festa sentita, ma è ben diverso da quello che siamo abituati a vivere. Le strade sono coperte di polvere, e ogni albero di Natale e cappello di Babbo Natale sono impregnati di terra e odore di escrementi di cani". Cronache dall’altra parte del mondo, dove i bambini risparmiano per fare regali alla loro famiglia e dove la speranza non è di ricever regali, ma di veder riconosciuta la propria dignità. Un viaggio per dar voce ai tanti invisibili del mondo quello di Paula Jesus, fotografa e videomaker che si occupa di diritti umani e ambientali, di origine cilena, ma residente a Brescia, dove ha fondato l’associazione Pachamama. Dopo aver documentato diritti violati sulla rotta balcanica, in Ucraina, Palestina, Pakistan, da qualche settimana è tornata in Sud America, dove resterà fino a febbraio. "In Cile, sto lavorando in un accampamento-baraccopoli, mentre in Perù mi sto concentrando sulla tratta di donne e ragazze. Attualmente mi trovo a Iquique, città cilena di frontiera con il Perù, punto centrale per le migrazioni. I media internazionali parlano poco o nulla della migrazione latino-americana verso il Cile, un fenomeno che sta assumendo dimensioni preoccupanti". Iquique è piena di contraddizioni: è tra le più ricche del Cile, ma molti vivono in povertà, tra discriminazione sociale e insufficienza di politiche pubbliche per affrontare la crisi abitativa. "Ora vivo in un accampamento, un “asentamiento informal“ dove si rifugiano persone vulnerabili e migranti. Mi ospita la presidentessa del “Comité Unión y Esfuerzo“ di Alto Molle, Cindy, una donna boliviana illuminata, con un figlio autistico non diagnosticato. Mi accolgono come una famiglia, offrendo quel poco che hanno". Tra le storie che Jesus racconterà nei suoi documentari c’è quella di Panchito, 10 anni. "Dopo la scuola, vende oggetti natalizi per guadagnare qualcosa. Il suo Natale non è fatto di regali, ma di lotta per la sopravvivenza. Per lui è normale, perché da anni lavora ogni giorno dopo la scuola". I minori sono quasi sempre le prime vittime di sfruttamento e povertà. "Le baraccopoli, dove vivono migliaia di persone, sorgono su discariche coperte da terra, ma ancora altamente contaminate. In Perù, ho visto referti medici di bambini di 8 anni con livelli di mercurio e uranio nel sangue triplicati rispetto ai limiti consentiti per un corpo umano". Realtà che appaiono lontane, ma che in realtà ci riguardano. "Iquique è uno dei porti dove arrivano i vestiti che consumiamo. Questa cultura del consumismo danneggia gravemente l’ambiente e le persone". F.P.