Lo scorso 4 ottobre – era domenica – proprio mentre sui sentieri di Cariadeghe un cacciatore avvistava un teschio di bambina che si scoprirà appartenere a Iushra Gazi, la 12enne autistica scomparsa nei boschi nell’estate 2018 durante una gita, da un’altra parte della provincia, in un campo di mais a Gussago, un cane da caccia fiutava resti umani. Quei resti sono quanto rimane di Giuseppe Antonelli, 51enne imbianchino del posto di cui si erano perse le tracce il 28 luglio precedente, e che per una circostanza fortuita è stato trovato morto lo stesso giorno in cui anche il caso della piccola Iushra ha avuto una svolta.
La Procura per eseguire accertamenti ad ampio raggio, proprio come aveva fatto per la dodicenne bengalese, ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario a carico di ignoti. Ma anche di questo fascicolo ha chiesto l’archiviazione: l’ipotesi cui è giunto il pm Antonio Bassolino – il medesimo peraltro che si era occupato del dramma di Iushra, le convergenze continuano - è che il decesso di Antonelli sia stato provocato da cause accidentali. L’uomo, problemi di alcolismo, per chi ha indagato è plausibile che versando in uno stato di forte intossicazione etilica sia rimasto vittima dell’azione di una macchina agricola falciatrice. Nessuno però, a cominciare dall’agricoltore alla guida del mezzo, se ne sarebbe accorto. In altre parole il malcapitato si ritiene sia stato straziato da un trattore o simili mentre era disteso tra le pannocchie, profondamente addormentato o in preda a un malore per via dell’ubriachezza. Antonelli si era allontanato volontariamente dalla clinica Sant’Anna dove era stato condotto dopo una caduta. Ha firmato, è stato dimesso ed è sparito. Per giorni protezione civile e vigili del fuoco l’avevano cercato ovunque, setacciando la collina Sant’Anna, il Santellone e la Mandolossa a Gussago, ma senza esito. Un cane da caccia il 4 ottobre seguente si è appunto imbattuto nei resti in un campo della frazione Barco. In tasca c’erano dei documenti dello scomparso e i parenti del 51enne hanno riconosciuto gli abiti. La conferma dell’identità è però arrivata solo con la comparazione del Dna eseguita dal prof. Andrea Verzeletti della Medicina legale. L’autopsia non è stata praticabile pe il cattivo stato di conservazione del cadavere, quindi risalire con certezza alle cause del decesso è non è stato possibile. La Procura però non ha dubbi sull’accidentalità dell’evento. E nelle scorse ore ha restituito le spoglie alla famiglia.Beatrice Raspa