MILLA PRANDELLI
Cronaca

Omicidio di Roberto Comelli, il figlio della vittima non si dà pace: “Mi stava cercando. Era innocuo”

Dolore e rabbia tra i famigliari e gli amici del 42enne ucciso a Provaglio d’Iseo. Intanto, a Prevalle, c’è chi non sta facendo mancare vicinanza neanche alla famiglia di Matias Pascual, il 19enne reo confesso. “Un bravo ragazzo”, lo definiscono in molti

Roberto Comelli, il 42enne che è stato ucciso a Provaglio d'Iseo

Roberto Comelli, il 42enne che è stato ucciso a Provaglio d'Iseo

Dolore e rabbia tra i famigliari e gli amici di Roberto Comelli, il 42enne che è stato ucciso con un coltello per tagliare il panettone fuori dalla sala dove un’ottantina di ragazzi stavano festeggiando Capodanno. Profondamente scossi i parenti, ma anche il resto della comunità di Provaglio d’Iseo, Iseo, Corte Franca e Marone, il paese di cui i Comelli sono originari e dove più frequentemente l’uomo trascorreva il suo tempo libero, quando non lavorava in trasferta.

In questi giorni, le sorelle e il figlio hanno ricevuto tanti gesti di solidarietà e vicinanza. "Ricordiamo che Roberto è vittima di chi ha sferrato il fendente mortale. Non aveva fatto del male a nessuno. Perché difendersi con un coltello e non con un telefono, chiamando il 112?", chiede un amico di Comelli fuori dall’oratorio di Provaglio. "Cerchiamo di tenere alta l’attenzione su chi ha fatto male e su chi ha subito il male". Nelle scorse ore anche il figlio diciottenne della vittima ha voluto dire la sua. "Mio padre non è quello che è stato descritto sui giornali. Non faceva male a nessuno. Due famiglie sono distrutte: la nostra perché mio padre è stato ucciso". Pare che Comelli avesse trascorso la sera di San Silvestro in giro per Timoline di Corte Franca, dove risiedeva.

Pare anche che a Provaglio d’Iseo si fosse recato perché là si trovava il figlio e credeva che fosse proprio alla festa, dove poi si è consumata la tragedia. Forse voleva controllare che tutto andasse per il meglio, ma quella notte gli animi si sono surriscaldati fino al drammatico epilogo. Comelli non aveva armi con sé e nemmeno un coltello in tasca. Intanto, a Prevalle, c’è chi non sta facendo mancare vicinanza neanche alla famiglia di Matias Pascual, il 19enne italoargentino reo confesso. "Un bravo ragazzo" lo definiscono in molti.

Prima di farsi accompagnare in caserma, per confermare l’omicidio, Matias ha scritto una lettera in spagnolo alla madre, lasciandola. La donna ha ribadito che il 19enne "non è un killer" e che "si è consegnato alle forze dell’ordine senza scappare via". Matias Pascual, durante gli interrogatori, ha raccontato di essersi sentito "minacciato" e di aver avuto paura, quando nella notte Comelli si è presentato alla festa, cercando di entrare. A Prevalle gli amici stanno facendo una raccolta fondi per sostenere la famiglia Pascual nelle spese legali e nelle varie necessità. L’avvocato Mariavittoria Dalaidi ha confermato che ieri è stato eseguito il fermo e che il suo assistito ha ribadito quanto dichiarato in precedenza. "È molto provato. Ha risposto agli inquirenti".