MILLA PRANDELLI
Cronaca

Il presidente della comunità di recupero: "I nostri ragazzi vanno vaccinati"

Andrea Bonomelli dei Lautari: gli ospiti sono soggetti a rischio

La comunità di recupero dei Lautari

Pozzolengo (Brescia) - "Alle autorità, alla Regione e allo Stato vanno due appelli: i nostri ragazzi hanno bisogno di essere vaccinati perché sono ritenuti soggetti con priorità. Su 150 ospiti nel Bresciano solo 10 hanno avuto la vaccinazione. Gli altri, per ora, sono rimasti nel dimenticatoio. Non solo: abbiamo un grande bisogno di sostegno, anche economico, che dovrebbe arrivare in modo diretto. Il terzo settore è stato inserito solo nell’ultimo Decreto, ma non sono stati disposti aiuti specifici".

L’accorata richiesta arriva da Andrea Bonomelli, presidente della comunità Lautari, che ha la sua sede principale a Pozzolengo, nell’entroterra morenico del Garda, dove possiede due strutture. Altre si trovano a Como, Roma, Firenze e Pordenone. "Al momento siamo stati toccati parzialmente dal Covid – spiega Bonomelli – ma non ne siamo avulsi. I vaccini ci servono, così come gli aiuti economici, perché noi ci autososteniamo e i nostri ospiti soggiornano da noi a titolo gratuito. Questo significa che si presentano alla Comunità da soli, senza passare da servizi a pagamento". In questo momento la Comunità sta vivendo tramite le donazioni, tramite fondi raccolti in passato dai "tavolini una firma contro la droga che attualmente non possono svolgersi. Ora stiamo vendendo i nostri prodotti telefonicamente. Ma è davvero difficile proseguire con tranquillità in un momento storico come questo in cui le persone spesso fanno fatica a destinare cifre anche esigue al prossimo poiché anche loro hanno difficoltà".

Il lavoro nelle sedi della Lautari non si ferma: sia quello di recupero degli ospiti, che hanno un passato legato alla tossicodipendenza e quindi devono esser seguiti da medici, educatori, psicologi e psichiatri, sia quello che gli ospiti svolgono ogni giorno. La Comunità Lautari gestisce il Borgo La Caccia, una cantina che produce vini del Garda e che è nota perché lo fa utilizzando anfore come ai tempi dell’antica Roma. Non solo: i ragazzi lavorano nelle scuderie e nell’allevamento di cavalli e in falegnameria, dove vengono eseguite opere molto complicate come, per esempio, il restauro di antiche ante o portoni in legno presenti nei palazzi storici tutelati dalla Soprintendenza alle Belle Arti. Alcuni ospiti si occupano di lavori edili e dell’officina. Il percorso riabilitativo può durare dai 3 ai 5 anni, questo tempo viene scelto in base alle risorse psicologiche individuali, in alcuni casi il recupero supera ampiamente i 5 anni.