
Il pm Ambrogio Cassiani
Brescia, 8 febbraio 2017 - Quattro le condanne, che vanno dai 7 anni e sei mesi ai 7 anni e nove mesi, e tre assoluzioni. Si è chiuso così in tribunale a Brescia il processo che ha visto alla sbarra sette persone, cinque indiani (a cui veniva contestata anche l’associazione a delinquere da cui sono stati assolti) e due italiani, accusati a vario titolo di caporalato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso.
Secondo il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani (foto) il gruppo di asiatici avrebbe gestito una trentina di connazionali (tra loro anche minori) facendoli arrivare tra il 2012 e il 2014 a Pralboino direttamente dall’India per farli lavorare anche 12 ore in aziende che si occupavano del commercio di tacchini o della loro macellazione. Condannati a 7 anni e 9 mesi i fratelli Badhur e Butta Singh (il pm aveva chiesto 8 anni), il primo era il leader del gruppo mentre il secondo gestiva lo sfruttamento dei lavoratori. Entrambi sono latitanti.
Sette anni e sei mesi (l’accusa aveva chiesto 6 anni) la condanna per Surinder Singh, ancora irreperibile, e Gurdev Singh che per la corte si occupavano del reclutamento dei connazionali attraverso due ditte individuali, la Rita e la Dev Ghotra. Assolto invece Lakhvinder Lakhvinder. Assolti, per non aver commesso il fatto, dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso i due professionisti italiani Massimiliano Fontana e Giuseppe Muccio. Entrambi erano stati rinviati a giudizio perché avrebbero disposto falsi documenti per far ottenere il permesso di soggiorno ai lavoratori indiani.