FEDERICA PACELLA
Cronaca

Brescia, immigrazione sotto la lente: il giallo delle 150 residenze nella casa del datore di lavoro

Il caso scoperto da una sanatoria. Dopo il ricorso al Tar e i controlli ne sono state individuate 105

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I controlli della polizia locale hanno permesso di accertare il numero di residenze collegate alla stessa casa

Brescia – Centocinquanta persone in una casa dove dovrebbero vivere in 7. Una situazione che allo Sportello unico per l’immigrazione di Brescia deve essere apparsa surreale, oltre che sospetta, quella emersa nell’esame di domanda di sanatoria per un lavoratore extracomunitario a Brescia per un rapporto di lavoro domestico.

“Da accertamenti è emerso che nella dimora del datore di lavoro siano residenti 150 persone a fronte di un’idoneità alloggiativa per 7 persone”, la deduzione dei funzionari. Il lavoratore ha presentato ricorso al Tar di Brescia, evidenziando, tra le altre cose, che il numero di 150 residenti non poteva essere reale. Il Tar, a gennaio, ha in effetti disposto istruttoria sul numero di residenze associate all’appartamento del datore di lavoro. Nella relazione depositata il 26 giugno, lo Sportello Unico ha spiegato che anche il ricorrente era ospitato nell’appartamento del datore di lavoro (c’è la comunicazione di ospitalità inviata alla Questura di Brescia nel 2018) e che “l’appartamento del datore di lavoro era già sospettato di essere non solo la residenza della famiglia (composta da 5 persone) ma anche un recapito usato per garantire l’alloggio ad altri soggetti”.

All’anagrafe del Comune di Brescia, nella casa da 90,35 mq risultavano iscritte 46 persone. Dopo le contestazioni dello Sportello Unico, il ricorrente ha spostato la residenza in un appartamento che ospitava 12 persone (rispetto alle 8 per cui sarebbe stato idoneo). Dai controlli della polizia locale è emerso che nella casa del datore di lavoro erano state individuate 105 residenze di cittadini stranieri. Probabilmente, nella trascrizione, lo Sportello Unico ha erroneamente trascritto 150.