
di Federica Pacella
Brescia si conferma una delle province italiane con il maggior numero di immigrati extracomunitari, grazie a un tessuto economico e produttivo in cui la manodopera straniera, almeno fino a prima del Covid, ha continuato a trovare sbocchi concreti. Il dato è contenuto nel XXIX Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes 2020, che fotografa la situazione pre-Covid. Dall’analisi dei numeri del ministero dell’Interno sui permessi di soggiorno attivi all’1 gennaio 2019 (che si riferiscono unicamente ai cittadini extraeuropei), emerge che Brescia è al terzo posto con il 3,6% di presenze, pari a 123.019 persone, dopo Milano e Roma (rispettivamente il 12,5% e il 9,5%). Per quanto riguarda la provenienza, le comunità più numerose tra i cittadini non comunitari sono quelle di Albania (13,1%), India (11%), Marocco (10,8%), Pakistan (10,3%). I motivi di arrivo nel Bresciano sono per lo più legati alla presenza di familiari (59,7% dei casi) o di lavoro (37,1%); la quota di immigrati presenti per ragioni umanitarie si ferma al 2%, la percentuale più bassa di tutta la Lombardia, che ha una media del 3,5%. Solo uno 0,4% è a Brescia per motivi di studio o ricerca, contro la media lombarda dell’1,6%. La presenza di stranieri porta Brescia tra le città più ‘attive’ in termini sia di integrazione sia di espulsioni. Per quanto riguarda la prima, il Bresciano risulta tra i primi 10 territori in cui si concentrano gli acquisti di abitazioni da parte di immigrati. Sul fronte delle espulsioni di cittadini stranieri, delle 23.406 emesse nel 2019, circa il 3% hanno riguardato il Bresciano; in testa è Milano, che conta da sola il 12,9% del totale. Il dato sembra attestare dunque una prevalente tendenza degli migranti a inserirsi o comunque a gravitare intorno ai grandi centri urbani, dove però i controlli delle forze dell’ordine sono anche più frequenti e collegati alla maggiore sorveglianza che viene effettuata in luoghi di passaggio, come le stazioni ferroviarie.
Altro fronte su cui si sta lavorando è l’accoglienza e l’integrazione dei minori stranieri non accompagnati. Con la legge numero 472017 (Legge Zampa), è stata introdotta, tra le altre cose, la figura del tutore volontario per i minori. Il primo monitoraggio sulsSistema della tutela volontaria effettuato dall’Ufficio nazionale del Garante per l’infanzia e l’adolescenza ha rilevato che, a inizio 2019, negli elenchi dei Tribunali per i minorenni risultavano iscritti 3.029 tutori volontari. Con solo 22 iscritti, però, Brescia figura però agli ultimi posti tra i distretti di Corte d’Appello.