Brescia - Dai loro padri hanno ereditato una forte spinta all’imprenditorialità, ma le affinità con la vecchia generazione finiscono qui. I giovani bresciani hanno, infatti, altri modelli di riferimento e ambizioni che li rendono più figli del mondo che della loro provincia. Una fotografia complessa quella che emerge dall’indagine Giovani e futuro. Il mondo che vorrei, che ha coinvolto 5800 studenti di 4° e 5° superiore (il 32% del potenziale). «C’è una generazione – ha commentato Anna Tripoli, la presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria che hanno promosso l’indagine – che aspetta non solo delle risposte, ma anche di essere ascoltata". L’aspirazione futura, si diceva, è per la maggior parte di essere imprenditore (24%) o comunque libero professionista (15%), seguito da medico (14%) e ingegnere (13%). "La scintilla dell’impresa – evidenzia Gabriele Micozzi, Luiss Business School, che ha lavorato all’indagine – è accesa nel cuore e nella mente dei ragazzi come valore territoriale e prospettiva di vita". Solo il 2% punta a fare il responsabile di produzione o l’operaio. Tra i settori, la metalmeccanica, il principale per l’economia bresciana raccoglie solo un 10% di interesse, seguita dall’automotive (8%). La scarsa attrattività può essere frutto dell’idea che i 18enni bresciani hanno delle industrie: il 42% le associa a inquinamento, il 27% a duro lavoro, il 6% a sfruttamento.
«Una visione ottocentesca", evidenzia Davide Fedreghini, Centro studi di Confindustria Brescia. Freddo il rapporto con il territorio: solo un 33% nutre un sentimento di amore, mentre il 39% è indifferente, il 25% lo sopporta. "Questo ci ha destabilizzato – commenta Fedreghini – se pensiamo alle tante opportunità che offre il Bresciano". Poco inclini a leggere libri (il 29% non ne legge neanche uno all’anno extra-scuola) e riviste, considerano Chiara Ferragni il miglior personaggio pubblico italiano, prima di Mario Draghi (Fedez è al 7° posto, prima di Sergio Mattarella). "Preoccupa –dice Giuseppe Pasini, presidente Confindustria Brescia – la scarsa conoscenza degli Its, su cui stiamo investendo molto. Dobbiamo parlare di più ai giovani. Positivo, però, il ruolo che danno a famiglia e relazioni".