La speranza è un pane non facile da preparare. Lo sa bene Gabriella Feraboli, da sempre in prima linea per aiutare chi ha conosciuto la droga, l’emarginazione e le asprezze della strada. Lei che dalla forneria di famiglia ha mosso i primi passi verso il prossimo, nel cuore di un Carmine segnato dall’esplosione, negli anni ’70, dell’eroina. A lei è andato il “Premio Bulloni“ 2022, riconoscimento della bontà istituito dal Comune nel 1953, intitolato alla memoria dell’avvocato Pietro Bulloni, primo prefetto di Brescia nel periodo della Liberazione. La vocazione all’impegno sociale e l’incontro con grandi figure della solidarietà, come don Tignonsini, hanno trasformato la vita di Feraboli, rendendola operatrice nell’attivazione di percorsi di disintossicazione e di contrasto alla diffusione dell’Hiv, di cui Brescia porta i segni: con oltre 3mila diagnosi da inizio pandemia al 2021, la provincia è al 3° posto in Italia dopo Milano e Roma.
Approdata alla Coop di Bessimo, Feraboli ha dato il via al Progetto Strada, strumento innovativo e attivo dopo quasi 30 anni, per ridurre il rischio di diffusione dell’Hiv. Il Grosso d’Oro a frate Giovanni Farimbella, che ha garantito conforto spirituale a pazienti, sanitari, famigliari negli Spedali Civili nei mesi bui del Covid. Le medaglie d’oro ad Anps-Associazione nazionale Polizia di Stato, a Mariano Repetto e Gabriel Tamburi, fondatori di Feel sport, in cui atleti con disabilità e no che mettono a disposizione le proprie gambe diventano parte di un’unica squadra. Medaglia d’oro a don Fabio Corazzina, costruttore di pace, voce degli ultimi, promotore di una cultura anti sopraffazione e violenza delle mafie, e a Nicla Bonardi, affetta da fibrosi cistica sin da bambina (a soli 22 anni, costretta alla respirazione extracorporea e poi ad un trapianto), ora mamma ed instancabile volontaria della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica.
Federica Pacella