BRESCIA – A sette anni e mezzo dall’incidente aereo il reato è andato prescritto e per l’imputato è scattato il non luogo a procedere. Si parla dell’incidente che il 20 giugno 2017 coinvolse due imprenditori belgi, deceduti nell’ultraleggero precipitato in territorio di Sonico, al confine tra Valcamonica e Valtellina. I due occupanti, entrambi 50enni – uno classe 1966, l’altro 1968 – morirono all’istante. II recupero del velivolo, partito qualche giorno prima dal Belgio e destinato ad approdare sul Garda dopo aver fatto tappa per la notte a Samolaco, in provincia di Sondrio, fu molto complesso. Il piccolo aereo venne trovato a pezzi nei boschi di Malga di Sonico, a 1600 metri di quota.
Davanti ai giudici della seconda sezione penale è comparso il 45enne titolare della società belga che si era occupata della manutenzione del FK finito a suolo, Didier Coddens, a capo della ULM Services. Ma il dibattimento si è concluso con l’impossibilità di un accertamento di colpevolezza. Stando al consulente tecnico del pm Carlo Pappalardo, il biposto da turismo precipitò per colpa di una fessurazione in una membrana dei carburatori dovuta a un montaggio erroneo. Al contrario il consulente della difesa invece aveva sostenuto che la manutenzione fu fatta a regola d’arte e che la rottura della membrana si consumò a incidente avvenuto: l’ultraleggero non sarebbe stato omologato per volare così in alto, aveva un peso eccessivo, la tesi difensiva.
Quel giorno le vittime l’avevano spinto in quota per vedere la neve e bastò un vento contrario a decretarne la fine. Il giudice Luca Tringali la scorsa udienza avrebbe voluto disporre una perizia ma la prescrizione – scaduta lo scorso 20 dicembre – era a un passo. Giovedì, l’epilogo: l’imputato non ha rinunciato di avvalersi della stessa, quindi il Tribunale ha dichiarato l’estinzione del reato e il non doversi procedere.