
Dramma lungo la A21 (Ansa)
Montirone (Brescia), 4 gennaio 2018 - I resti del seggiolino agganciato al sedile posteriore, sul quale viaggiava una bimba di due mesi o poco più. Accanto, il corpo carbonizzato di una ragazza (o di un ragazzo), e di un terzo adulto. Davanti sedevano un uomo o una donna, ma uno dei due è stato scaraventato dietro per l’urto. È la scena agghiacciante rimasta negli occhi dei soccorritori quando sono riusciti ad aprire con le seghe elettriche la carcassa della Kia divorata dal fuoco. L’auto della famiglia francese, tre adulti e due bambini, sterminata nell’incidente avvenuto martedì alle 14,19 in A21, in territorio di Montirone, a sud di Brescia, insieme al camionista che ha provocato il tamponamento. Un italo-macedone residente a Cuneo, unica vittima identificata con certezza.


Ha acquisito le immagini delle telecamere, che però non avrebbero inquadrato nulla di utile perché erano girate in direzione del tamponamento avvenuto alle 12,30, osservato i segni della frenata e la scalfittura sul tir piemontese, traccia dell’aggancio della Kia. Per il comandante della polstrada di Brescia, Barbara Barra, a generare l’inferno è stata la distrazione: «I veicoli erano in fase di rallentamento, le cose erano segnalate (i pannelli informativi suggerivano di uscire a Manerbio, ndr). Purtroppo il mezzo pesante non è riuscito a interrompere la corsa». A fare chiarezza sarà la magistratura, che ha disposto l’autopsia sui corpi. Un test che darà informazioni anche sull’eventuale presenza di sostanze, medicinali o alcol nel sangue del camionista che ha provocato l’incidente. Sotto il sedile anteriore della Kia è stato recuperato il numero di telaio che rimanda a un intestatario francese. Ma non è detto che l’uomo sia tra le vittime, di cui bisogna anche identificare i parenti. Sul dramma si è espresso anche il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, secondo cui per la sicurezza stradale c’è ancora lavorare «per ridurre al minimo i drammatici effetti causati dalla distrazione».