Arriva a Brescia uno dei canovacci più rappresentati nella Parigi dei primi del ‘700, qui riproposto da Stivalaccio Teatro. Si tratta di Arlecchino muto per spavento, un grande omaggio alla Commedia dell’arte. È il 1716 e dopo circa quindici anni di esilio forzato i Comici Italiani tornano finalmente a essere protagonisti del teatro parigino. Per l’occasione, Luigi Riccoboni, in arte Lelio, capocomico, si circonda dei migliori interpreti dello Stivale.
Ma l’Arlecchino di Tommaso Vicentini non parla francese, una mancanza imperdonabile per il pubblico di Parigi. Ed è qui che la storia inventa l’arte: per ovviare, Riccoboni prepara un originale canovaccio, una storia mai scritta dove il servo bergamasco diviene muto per spavento. È così che nasce l’Arlequin muet par crainte, uno dei canovacci più rappresentati nella Parigi dei primi del ‘700, che contribuirà alla fortuna della Commedia dell’arte. A Brescia, Marco Zoppello e la sua compagnia uno spettacolo dove gioco, invenzione, amore, paura e dramma si mescolano tra le smorfie inamovibili delle maschere (in cui brilla la maestria di Perocco di Meduna), dove gli intrecci si ingarbugliano sull’equivoco e lentamente si dipanano tra le dita dei personaggi. La trama è quella “classica“ della Commedia dell’Arte, con un amore contrastato e i lazzi e le improvvisazioni lasciate ai personaggi e alle maschere. In scena per la cinquantunesima Stagione del Centro Teatrale Bresciano, al Teatro Sociale dal 18 al 22 dicembre 2024, lo spettacolo è interpretato da Sara Allevi, Marie Coutance, Matteo Cremon, Anna De Franceschi, Michele Mori, Stefano Rota, Pierdomenico Simone, Maria Luisa Zaltron, Marco Zoppello. Soggetto originale e regia sono firmati da Marco Zoppello. Federica Pacella