di Beatrice Raspa
La giustizia del distretto di Brescia, il più flagellato dal Covid, non si è fatta affossare. A dispetto della pandemia, che ha imposto sospensioni e rinvii, "non solo non si è fermata, ma ha portato a risultati che dobbiamo far fruttare, ripensando a un sistema più coraggioso e vicino ai cittadini". Così il presidente della Corte d’appello di Brescia Claudio Castelli ha aperto l’anno giudiziario. Un anno eccezionale, sconvolto dal virus - 14 gli avvocati deceduti nella Lombardia orientale - che ha imposto di incentivare il lavoro da remoto e l’accessibilità telematica, pur con varie criticità. "Abbiamo adottato rigorose cautele sanitarie che ci hanno consentito di limitare i contagi e garantire servizi". In generale le restrizioni hanno portato a un calo di sopravvenienze e definizioni. Tra il 23 febbraio e l’11 maggio - fase uno di lockdown - il Tribunale civile ha registrato 3.019 procedimenti in entrata (-57,07%) e 2.504 definizioni (-67,09). Dal 12 maggio al 30 novembre 14.881 ingressi (-14,72) e 15.791 definzioni (-11,08). Il tempo medio delle cause a Brescia in primo grado è di 388 giorni, sotto i 3 anni che la legge Pinto indica come ragionevole.
Nel penale il Tribunale nella prima fase ha visto 3.295 sopravvenienze (-47,28) e nella seconda 17.448 (-14,11), con definzione rispettivamente di 1.577 procedimenti (-71,82) e di 13.545 (-5%). La Procura dal 1° luglio ‘19 al 30 giugno 2020 ha aperto 20.402 fascicoli a carico di noti – nel distretto 48mila – con ben 104 inchieste Dda (+42%). Stabile l’afflusso di notizie di reato, eppure gli arretrati non sono aumentati. A Brescia con 26.677 definizioni c’è stato persino un abbattimento (-21,2%). Sono calati i delitti contro la pubblica amministrazione (non il peculato, 33 casi anziché 19). Aumentati di poco gli omicidi (24 anziché 22 nel distretto, di cui 6 a Brescia), cresciuti di molto gli infortuni (21 omicidi colposi anziché 14). Stabili i ‘codici rossi’. Giù i reati predatori (i furti a carico di noti sono passati da 1.288 a 1.154, di ignoti da 14.484 a 9.824). Su le estorsioni (da 154 a 172 a carico di noti, da 130 a 102 di ignoti), spia di criminalità organizzata.
"Le Procure fronteggiano una domanda di giustizia dal basso, dai parenti delle vittime di Covid o da cittadini ammalati. L’impegno è massimo, ma il lavoro non semplice" ha sottolineato il pg Guido Rispoli. Ponendo l’accento pure su un altro ‘contagio’ accertato: "La criminalità organizzata è attestata da sentenze definitive e inchieste importanti, vedi Leonessa. Il rischio di infezione è alto nel settore appalti della pubblica amministrazione. E con la crisi economica per la pandemia, si rischia la moltiplicazione di infiltrazioni nelle compagini societarie".