Dopo i casi di Blue Tongue a Bergamo, anche a Brescia arrivano le prime restrizioni negli allevamenti che rientrano nel raggio di 20 km dalle positività. Il divieto di mostre, esposizioni, fiere e mercati di bovini, ovini e caprini, già esistente nelle province di Varese, Lecco, Como, Bergamo, Monza Brianza e Pavia, ora è stato esteso anche a Brescia, Milano e Sondrio. Per Brescia, in particolare, dopo l’ordinaza regionale di ieri rientrano nella zona di restrizione i comuni di Adro, Capriolo, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Iseo, Palazzolo sull’Oglio, Paratico e Pontoglio. La malattia trasmessa dal moscerino non colpisce l’uomo e non infetta il latte e la carne ma può comunque causare la morte dell’animale.
"Al momento la nostra provincia – interviene Laura Facchetti presidente di Coldiretti Brescia - non ha focolai di ovini e bovini ma l’inserimento di 9 comuni nella zona di restrizione deve indurre comunque tutti i soggetti coinvolti alla massima attenzione e precauzione, per contrastare il diffondersi della malattia". Per tutelare gli allevatori occorre anche effettuare controlli serrati sulle importazioni di animali vivi dall’estero, poiché la lingua blu è arrivata nelle regioni settentrionali probabilmente dal Nord Europa, dove la malattia sta dilagando. "Il diffondersi della malattia porta al calo della produzione di latte e al blocco della movimentazione degli animali – precisa Giovanni Martinelli allevatore zootecnico, vicepresidente ARAL e vicepresidente di Coldiretti Brescia - con danni diretti e indiretti agli animali ma anche economici per le aziende agricole. Non possiamo permetterci, in questa fase già particolarmente delicata a causa del virus della peste suina africana, che anche altri settore zootecnici vengano messi in difficoltà". Proprio sulla peste suina africana torna l’allerta, in vista della ripresa della caccia. Il Wwf Lombardia ha chiesto l’immediata limitazione e sospensione della mobilità venatoria in Lombardia, perché il virus che attacca i suoni potrebbe essere trasferito dalle province attualmente colpite (come il Pavese) alla Lombardia orientale, per ora indenne e dove si concentra, però, la maggior parte degli allevamenti suinicoli lombardi ed italiani. Resta da vedere, però, se domenica partirà davvero la caccia in Lombardia. Giovedì, Lac, WWF, Lipu, Lav, Lndc Animal Protection hanno presentato il ricorso al Tar impugnando il calendario venatorio di regione Lombardia, chiedendo il rinvio al 2 ottobre.