La preoccupazione degli operatori: "Chi ci contatta ha già bisogno"

La presidente del centro bresciano: una volta solo la metà necessitava sostegno

La preoccupazione degli operatori: "Chi ci contatta ha già bisogno"

iviana Cassini presidente di Casa delle donne Brescia che fa parte della rete regionale dei centri antiviolenza e della casa

Numeri stabili, ma crescono le emergenze. Lo rileva Viviana Cassini, presidente di Casa delle donne Brescia, che fa parte della rete regionale dei centri antiviolenza e della casa delle donne della Lombardia. "Nei nostri tre centri – spiega – la percezione non è tanto di un aumento indiscriminato di donne che si rivolgono a noi, quanto di incremento delle emergenze. Ad oggi, dall’1 gennaio 2024 abbiamo avuto circa 180 contatti, ma se una volta la metà si traduceva in presa in carico, ora questo avviene per la maggioranza dei casi, che vuol dire che le donne vengono seguite per un lungo percorso psicologico, sociale, di ricerca lavoro e casa. L’aumento, insomma, è più qualitativo che quantitativo, e non è certo un bel segnale".

Negli appartamenti destinate alle donne vittime di violenza il turnover è sempre molto alto, che significa che il bisogno c’è ed è costante. Le donne sono spesso accompagnate da figli minori, il che significa non solo che la violenza di genere è anche una violenza sui minori seppur indiretta, ma anche che mamme e figli devono intraprendere percorsi per cambiar vita, casa, lavoro, a volte città, mentre il maltrattante resta in genere tra le mura di casa. "Anche questo è un tema da approfondire. La notizia positiva è che comunque c’è una risposta del territorio rispetto ai bisogni delle vittime di violenza". Da una settimana, ad esempio, 7 donne sono entrate ad abitare negli appartamenti che Aler, grazie all’accordo con Regione Lombardia, ha messo a disposizione dei centri antiviolenza bresciani (7 sono solo quelle seguite da Casa delle donne). Sempre dal centro di Brescia, arriva la storia di una signora, sostenuta nel suo percorso di affrancamento dalla violenza domestica, che, per superare una momentanea difficoltà finanziaria, ha ottenuto il Microcredito di Libertà, ossia un finanziamento a tasso 0 fino a 10mila euro. Grazie al Protocollo d’Intesa firmato il 3 dicembre 2020 fra la Ministra per le pari opportunità, l’Ente Nazionale per il Microcredito, l’Associazione bancaria italiana, la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e la Caritas Italiana. F.P.