REDAZIONE BRESCIA

"La presa in carico è un problema"

Delegittimazione, difficoltà di presa in carico e sostegno alle donne senza residenza: le criticità dei centri antiviolenza di Brescia evidenziate in audizione al Grevio.

Delegittimazione, difficoltà di presa in carico e sostegno alle donne senza residenza: le criticità dei centri antiviolenza di Brescia evidenziate in audizione al Grevio.

Delegittimazione, difficoltà di presa in carico e sostegno alle donne senza residenza: le criticità dei centri antiviolenza di Brescia evidenziate in audizione al Grevio.

Delegittimazione dei centri antiviolenza e delle case rifugio, ma anche difficoltà ella presa in carico e nel sostegno alle donne senza residenza o titoli di soggiorno validi. Sono alcune delle urgenze che tutti i centri antiviolenza (cav) di Brescia hanno portato all’attenzione del Grevio (Gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica) nell’audizione che si è tenuta in Regione. Un documento condiviso da tutti i centri bresciani, come spiegato da Viviana Cassini (nella foto), presidente di Casa delle donne di Brescia, ma che esprime difficoltà riscontrate un po’ in tutta la Lombardia. "La prima urgenza è la costante delegittimazione che si esplicita a volte in modo palese, come è successo con gli attacchi subiti dalle legali che lavorano con i cav da parte di alcuni Ordini Forensi". Le operatrici dei cav sono spesso "percepite come “invasate passionarie“ quando cercano di far applicare i principi della Convenzione di Instanbul rispetto alla ripresa dei contatti padri-figli e figlie", mentre nelle Ctu "le criticità in relazione alla sicurezza e alla vittimizzazione secondaria non vengono quasi mai considerate perché di ostacolo ad una piena bigenitorialità". Altra segnalazione è la "difficoltà nella presa in carico e nel sostegno alle donne senza residenza o titoli di soggiorno. In alcune reti, i capofila continuano a non voler riconoscere i rimborsi alle donne residenti fuori dal territorio della rete, la pratica delle residenze fittizie per le donne prive di residenza è ancora difficoltosa e i permessi di soggiorno rilasciati alle vittime di violenza si sono ridotti".F.P.