"La scuola è un’istituzione non un diplomificio"

Aumento delle aggressioni nelle scuole bresciane preoccupa: +111% di casi in un anno. Docenti sempre più bersaglio. Serve cambiamento culturale e valorizzazione del ruolo dell'insegnante.

"La scuola è un’istituzione non un diplomificio"

Aumento delle aggressioni nelle scuole bresciane preoccupa: +111% di casi in un anno. Docenti sempre più bersaglio. Serve cambiamento culturale e valorizzazione del ruolo dell'insegnante.

Aggressioni in aumento nei corridoi e nelle aule scolastiche, come ormai si registra un po’ in tutto il settore pubblico, dagli ospedali agli autobus. Un fenomeno in preoccupante crescita, come dimostrano i casi di cronaca, tanto da portare il Parlamento ad inasprire le pene per gli aggressori: nel question time alla Camera a febbraio scorso, il ministro Giuseppe Valditara ha parlato di un incremento dei casi del +111% in un anno. Ne sono testimoni anche gli studenti. Da un sondaggio di skuola.net emerge, infatti, che dall’inizio di quest’anno scolastico, più di un alunno su 10 è stato già testimone di atti di violenza tra studenti o verso i docenti, nelle scuole medie e superiori. Dato allarmante del sondaggio è che nella metà dei casi tra le vittime ci sia stati proprio gli insegnanti e che i bulli hanno sempre più come obiettivo proprio i docenti.

"Siamo all’interesse personale che prevale su tutto. – commenta Gianluigi Dotti (nella foto), docente bresciano, membro dell’esecutivo nazionale Federazione Gilda Unams – Dietro c’è l’idea che la scuola sia un servizio, che deve dare il pezzo di carta: se è così, famiglie e studenti pensano di essere il cliente che ha sempre ragione. In questo contesto, è più facile che maturino episodi di aggressione come quelli di questi giorni. Invece la scuola è un’istituzione culturale. Se non recuperiamo questo concetto, valorizzando innanzitutto gli insegnanti, non basta neanche inasprire le pene. Ciò non significa che il docente non sbagli mai, ma in tal caso ci sono gli strumenti adeguati per farsi valere, di certo non l’aggressione fisica". Serve un percorso profondo di cambiamento culturale. "Nessuno dice che un docente non possa commettere errori – conclude Dotti – ma è chiaro che questo non può essere la scusante per atti di questo tipo, nella scuola come in tutto il settore pubblico". Federica Pacella