FEDERICA PACELLA
Cronaca

La tassa di soggiorno: "Noi precari in ostaggio"

Brescia, l’imposta pesa sulle spalle dei lavoratori insieme alla crisi del mercato "Tanti vivono nei convitti delle suore ma devono pagare 220 euro".

Brescia, l’imposta pesa sulle spalle dei lavoratori insieme alla crisi del mercato "Tanti vivono nei convitti delle suore ma devono pagare 220 euro".

Brescia, l’imposta pesa sulle spalle dei lavoratori insieme alla crisi del mercato "Tanti vivono nei convitti delle suore ma devono pagare 220 euro".

Crisi del mercato degli affitti più imposta di soggiorno: un combinato disposto che pesa sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici precarie. Sono tante le persone che arrivano a Brescia per lavorare, con contratti però precari che non permettono di accedere ad un contratto regolare d’affitto e sono così costretti a trovare soluzioni abitative in convitti. Oltre al danno, la beffa, perché queste strutture sono a finalità turistica, per cui si trovano a dover pagare l’imposta di soggiorno che, per il Comune di Brescia, è esigibile fino a 72 giorni di soggiorno.

Una situazione nota agli addetti ai lavori, emersa dopo l’avvio della discussione sulla petizione lanciata da Brescia host, con cui proprietari di case vacanza e locazioni turistiche chiedono di ridurre l’imposta (oggi a 3,5 euro, analogo all’importo dovuto dagli alberghi a 5 stelle). "Ci sono molte lavoratrici qui a Brescia che, perché precarie, vivono in Convitti gestiti da suore, per anni – spiega una docente, C.P., che si trova in questa situazione e che ha sollevato il problema in un post sui social, rivolto all’assessore al Bilancio Marco Garza -. Negli ultimi due anni abbiamo pagato 72 euro annuali come tassa di soggiorno. Ora ci tocca pagare 220 euro, che è tantissimo.

Sin dal primo anno della tassa di soggiorno, vari avvocati, a nome di tutte noi che abitiamo nei Convitti ed abbiamo un contratto di lavoro annuale, vi hanno esposto il nostro problema. La precarietà dei contratti lavorativi non ci permette di prendere casa in affitto giacché tutti chiedono un contratto a tempo indeterminato. Credo sia ingiusto, a fronte di un contratto di lavoro annuale e di fatture che attestano che noi viviamo qui e non facciamo nessun tipo di vacanza, pagare questa tassa. Come cittadine italiane già paghiamo tutte le imposte al pari degli altri... ma non siamo turiste a Brescia, al contrario ci lavoriamo".

Un tema su cui il Comune sta ragionando, annunciando la revisione dell’imposta di soggiorno, ha spiegato che il ritocco sarà sul periodo di esigibilità. La ratio dei 72 giorni (un unicum in Italia) era quella di scoraggiare che si scegliesse la via della locazione turistica al posto dell’affitto; con l’aumento dell’imposta di soggiorno, da 1 a 3,5 euro, però, si ha l’effetto opposto.