FEDERICA PACELLA
Cronaca

La testimonial delle materie Stem: "Da loro dipende il nostro futuro"

Amalia Ercoli Finzi, prima laureata in Ingegneria aeronautica, e la difficile corsa delle donne "Per declinare al femminile lo studio di ambiti finora riservati ai maschi servono curiosità e coraggio".

La testimonial delle materie Stem: "Da loro dipende il nostro futuro"

La testimonial delle materie Stem: "Da loro dipende il nostro futuro"

"Le materie Stem? Il nostro futuro è organizzato sul loro uso". Non ha dubbi Amalia Ercoli Finzi, la prima donna laureata in Ingegneria aeronautica, che ha contribuito alla realizzazione di satelliti e sonde per l’esplorazione planetaria e ricoperto incarichi presso l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Agenzia Spaziale Europea e l’International Astronautical Federation. Nell’ambito della Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, note appunto con la sigla Stem – Science, Technology, Engineering, Mathematics – l’Università degli Studi di Brescia l’ha invitata come testimone di cosa voglia dire materie Stem declinate al femminile.

"Sin da piccola avevo una cosa diversa dagli altri: ero curiosa, domandavo sempre perché, volevo capire come funzionavano le cose. Oggi vedo i ragazzi che hanno in mano il telefonino, schiacciano un bottone e non si rendono conto di che cosa significhi". Non era così per lei, da ragazzina né ancora oggi. "Da piccola smontavo biciclette e i miei non ne erano contenti, perché volevo capire come il moto dei pedali si trasformava in moto della bicicletta. Non avete idea di quanto però sia difficile rimontare le biciclette: avanzava sempre qualche pezzo, quindi alla fine le accatastavo tutte quante". Brillante studentessa al liceo scientifico che nasceva in quegli anni – nella classe di Ercole Finzi sono partiti in 52 al primo anno, si sono diplomati in 16 – la scelta di intraprendere gli studi universitari a Ingegneria aerospaziale non è stata accolta con entusiasmo dalla famiglia.

"Ho conservato la curiosità che avevo da piccola e ingegneria mi sembrava l’università più giusta per capire come vanno le cose: in fondo gli ingegneri sono la bassa manovalanza del Padre Eterno. In famiglia, quando lo hanno saputo, si sono messi le mani nei capelli perché pensavano che l’indirizzo giusto fosse Matematica in quanto si conciliava meglio con la famiglia, mentre Ingegneria non era adatta a una donna. Alla fine, mio padre era talmente stanco di combattere che mi ha detto che avrei dovuto finire in 5 anni. Ed io mio sono laureata in cinque anni, con 110 e lode". Eppure tanti ragazzi e, soprattutto ragazze, non hanno questo coraggio sebbene le materie Stem siano alla base del lavoro presente e futuro. Non è solo questione lavorativa, ma anche di continuare a soddisfare la propria curiosità.

"La storia ha dimostrato che le tecnologie cambiano le cose. Il nostro pianeta ha quattro miliardi e mezzo di anni, ma è solo da poco che abbiamo scoperto quanti pianeti ci sono al di fuori del nostro sistema solare. Perché non è stato scoperto prima? Solo perché non c’era la tecnologia adatta. Noi oggi non possiamo parlare con l’aldilà, ma magari un giorno troveremo una tecnologia per farlo. Il futuro è ricco di nuove esperienze, scoperte, ma bisogna avere la chiave inglese giusta per far ciò che oggi non possiamo".