
I disegni dei bambini di Gaza sull’orrore della guerra sono in mostra a Palazzo Cottinelli
"La nostra vita si è trasformata in attesa in fila per cibo e per acqua". Parole che non si vorrebbero mai sentire, a maggior ragione se a scriverle è un bambino. Così come non si vorrebbero vedere nei disegni bombe e carri armati. Per i bimbi gazawi, però, questa è la quotidianità dell’ultimo anno e mezzo. "Sono bambini che hanno nel Dna l’eredità di occupazione e di aggressioni", commenta Giuditta Brattini, cooperante volontaria bresciana in Palestina, che, con le onlus Fonte di pace odv (fondata in collaborazione con il Social Media Club Palestine) e Associazione di amicizia Italia-Palestina, ha organizzato la mostra “La voce dei bambini di Gaza”. Da domani, sarà aperta al pubblico nella galleria La stanza delle biciclette di Palazzo Cottinelli.
A realizzare i disegni, 30 bambini dai 6 ai 12 anni del centro di sfollamento di Deir al-Balah, che hanno potuto continuare a studiare grazie all’associazione Social Media Club Palestine. Dalle immagini emerge l’orrore della guerra, ma anche l’orgoglio di essere palestinesi. "Questi disegni – commenta Mohammed El Khatteeb, neuropsichiatra palestinese, residente a Brescia – ci portano la voce di quei bambini, che non possono essere accusati di nulla. Anche io, bambino, mi sono ritrovato a studiare in una tenda, in Giordania. Sono grato a chi ci ha dato un futuro, attraverso la scuola. In particolare, grazie all’Unrwa, che oggi è attaccata per il suo impegno sull’istruzione". A questo sarà destinato anche il ricavato della vendita del libro Le voci dei bambini di Gaza. I fondi finanzieranno la nuova tenda-scuola.