REDAZIONE BRESCIA

Si abbassa il livello del lago di Valvestino e riaffiora la dogana

Il Lago di Valvestino rivela l'antica dogana tra Austria e Italia, emersa per la siccità. Il sito storico, ora sommerso, attira turisti e racconta una storia di confini e importanza strategica.

Il Lago di Valvestino rivela l'antica dogana tra Austria e Italia, emersa per la siccità. Il sito storico, ora sommerso, attira turisti e racconta una storia di confini e importanza strategica.

Il Lago di Valvestino rivela l'antica dogana tra Austria e Italia, emersa per la siccità. Il sito storico, ora sommerso, attira turisti e racconta una storia di confini e importanza strategica.

L’edificio che un tempo ospitava la dogana tra il Regno Austroungarico e il Regno d’Italia riemerge dalle acque del Lago di Valvestino, sempre più basso a causa della siccità e del caldo. L’invaso, difatti, è indispensabile per alimentare la centrale elettrica di Gargano, sul lago di Garda, e quindi la portata dell’acqua in uscita dal lago non può diminuire. Il lago di Valvestino oggi si trova dove un tempo c’era il fondovalle e la strada che collegava il Trentino con il Bresciano: un luogo di forte transito per commercianti, soldati e viandanti, controllato dall’antica dogana. Seppure di importanza vitale fino alla Prima Guerra Mondiale, nel 1962 venne deciso di edificare la diga di Ponte Cola, ritenuta più importante della conservazione di un edificio storico che venne completamente svuotato e che ora per la maggiore parte si trova coperto dalle acque.

Quando riemerge offre uno spettacolo unico: le acque colore smeraldo e il cielo blu contrastano con il bianco dei muri erosi dalle acque del torrente Gargnano e di altri piccoli corsi d’acqua, che sono andati a riempire cancellando i nuclei abitativi di Ponte Cola e Ca’ dell’Era. Alcuni di essi furono abbattuti per lasciare posto ai muri della diga, oggi gestita da Enel: un luogo ritenuto di importanza vitale, come dimostra il fatto che durante la Guerra del Golfo venne dotato di sensori antintrusione, poiché si temevano danneggiamenti mirati a fare scendere acqua verso il lago di Garda e in particolare Gargano. In questi giorni l’area della diga, che ha la forma di un fiordo che serpeggia tra i monti, è presa d’assalto dai turisti: motociclisti e automobilisti, che transitano sui ponti a strapiombo sulle acque e che si fermano lungo le strade per fare fotografie sia alla dogana sia alla lapide che ricorda dove passava il confine tra l’Italia e l’Impero di "Ceco Bepe". M.P.