Pisogne (Brescia) – L’alcol è stato uno dei protagonisti delle ore trascorse venerdì in barca dagli amici di Chiara Mercedes Lindl, la giovane tedesca da quasi quattro giorni scomparsa nelle acque del Sebino. E proprio l’alcol potrebbe essere una delle cause che hanno scatenato la tragedia.
Carolina K., la 23enne tedesca che si trovava alla guida del motoscafo da cui è caduta Chiara, aveva un tasso alcolemico di 0.84 milligrammi di alcol per litro di sangue. Era dunque ubriaca, l’alcol nel suo sangue, secondo la scienza, porterebbe una donna di peso medio alla "perdita di equilibrio, a un comportamento alterato e alla diminuita capacità di giudizio" con la conseguenza che "il guidatore di veicoli è pericoloso e la sua guida caratterizzata da sorpassi azzardati, velocità eccessiva e andamento irregolare del veicolo".
Gli altri ragazzi presenti sull’imbarcazione, tutti dai 20 ai 30 anni, avevano tassi oscillanti da 0,5 a uno, a eccezione del figlio del proprietario del potente motoscafo entrobordo, risultato completamente sobrio.
Se il cadavere di Chiara sarà trovato le conseguenze per Carolina K. potrebbero aggravarsi con nuove ipotesi di reato. I carabinieri, in collaborazione con la Procura, stanno cercando di capire, per esempio, se per il proprietario della barca o per il figlio si possa pensare all’incauto affidamento del mezzo.
Tuttavia la ragazza, che è indagata, avrebbe rivelato agli inquirenti di avere la patente nautica: non si sarebbe trattato quindi di una sprovveduta messasi alla guida dell’imbarcazione. Tutti elementi comunque da verificare per chiarire l’esatta dinamica dell’incidente.
Proseguono, ancora senza esito, le ricerche della ventenne. È stata identificata un’area di ricerca del raggio di circa un chilometro, compresa tra Lovere e Pisogne: vengono impiegate attrezzature tecnologiche, che sopperiscono all’impossibilità di immergersi a quasi 200 metri di profondità. Il Nucleo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Roma, che sta lavorando sulla barca dei Sub di Monte Isola, coordinato da Massimo Ziliani, sta impiegando un sonar che serve a identificare eventuali masse presenti nell’acqua.
Non sarebbero state rilevate alcune compatibili con la presenza di un corpo e, nel pomeriggio di oggi, si dovrebbe immergere il robot per la ricerca subacquea Rov, sempre con il supporto dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco.
Non si fermano, in parallelo, le ricerche in superficie condotte oltre che dai pompieri, dalla motovedetta dell’Arma, dalle polizie provinciali, dalla Guardia di Finanza, dalla protezione civile. Ricerche che coinvolgono anche la sponda bergamasca del Sebino.
"Intanto ci stiamo occupando anche dei genitori di Chiara – spiega il sindaco di Pisogne, Federico Laini – nelle scorse ore li abbiamo accompagnati in barca a vedere dove sono accaduti i fatti e a abbiamo anche mostrato i mezzi con cui i soccorritori stanno lavorando. Al momento sono chiusi nel camping Eden, che frequentano da anni".
Un’altra tragedia si è consumata sul lago di Garda. Domenica sera intorno alle 21.30 è stato individuato a venti metri di profondità, nei pressi di Punta San Vigilio nel Veronese, e recuperato il corpo del 27enne che nel pomeriggio di sabato si era tuffato da un’imbarcazione per fare il bagno senza più riemergere. Il giovane faceva parte di una comitiva di ragazzi che stava facendo una minicrociera sul Benaco.