Brescia, 24 settembre 2021 - E' arrivata oggi la svolta nelle indagini sulla morte di Laura Ziliani, l'ex vigilessa 55enne di Temù scomparsa la mattinata dell'8 maggio 2021 e ritrovata cadavere l'8 agosto scorso, lungo le rive del fiume Oglio. Questa mattina, a Brescia e nella provincia di Bergamo, i carabinieri hanno arrestato, su disposizione del Gip del Tribunale di Brescia, due delle tre figlie della donna e il fidanzato della maggiore.
Silvia e Paola Zani
Laura Ziliani aveva tre figlie, ma solo due sono state arrestate. Si tratta di Silvia e Paola Zani: la prima è una fisioterapista di 27 anni, mentra la seconda è una studentessa di Economia di 19 anni. Le due ragazze - che hanno una sorella, neppure mai indagata e che soffre di una forma di autismo - sono state prelevate nella loro abitazione in un condominio di via Galvani alla periferia di Brescia. Questa mattina è stato fermato anche il fidanzato di Silvia, Mirto Milani. Il giovane ha 28 anni ed è nativo di Calolziocorte, nel Lecchese, ma residente a Roncola San Bernardo, nella Bergamasca. E' laureato in Psicologia, ha studiato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano ed è un sopranista. Silvia e Mirto si sono conosciuti una decina di anni fa durante una vacanza studio nel Regno Unito.
L'allarme ai carabinieri
Le due ragazze sono state le stesse ad avere lanciato l'allarme l'8 maggio scorso, segnalando la sparizione della madre. Silvia e Paola hanno detto ai carabinieri che la donna era uscita alle 7 del mattino per fare una passeggiata e che sarebbe dovuta rientrare alle 10: avrebbero avuto un appuntamento alla discarica per gettare dei materassi. A mezzogiorno però, preoccupate, chiamano le forze dell'ordine.
Gli appelli a "Chi l'ha visto"
Subito vengono attivate le ricerche di Laura Ziliani. E proprio nei primi giorni, si susseguono gli appelli di Silvia e Paola. Le due giovani si rivolgono anche alla trasmissione "Chi l'ha visto?" in onda su RaiTre: "Chiunque la veda venga alla casa del soccorso alpino a Temù – dice la 26enne in lacrime – e dia le informazioni perché qualunque cosa potrebbe aiutarci a trovarla. Vi prego". Con lei anche la 19enne, che piangendo, aggiunge: "Si qualunque segnalazione abbiate, ditecelo. Potrebbe servire per indirizzare le ricerche".
Il movente economico
Dalle indagini però emerge un quadro molto diverso. Sin da subito, sono risultati sospetti sia l’allarme dato troppo in fretta dalle due figlie la mattina della scomparsa della madre, sia il rinvenimento del telefono cellulare, da cui la donna non era solita separarsi, trovato sotto una panca in cantina. Ad aggravare il quadro e a convincere ancora meno gli inquirenti circa l’ipotesi della scomparsa è stato, nella tarda mattinata del 23 maggio, il ritrovamento della scarpa che la donna - a dire delle due figlie - indossava la mattina verso le sette quando sarebbe uscita di casa per fare la passeggiata. La calzatura, infatti, è stata rinvenuta nel torrente Fumeclo, in un punto che sarebbe incompatibile con la direzione verso monte che avrebbe intrapreso la signora Ziliani, ma sotto l’abitazione della donna. Sempre nel fiume Fumeclo, poco distante dall’abitazione della donna, agli inizi di giugno scorso, era stato rinvenuto un jeans femminile rovesciato, compatibile con quello che ,secondo il racconto delle figlie, la Ziliani avrebbe indossato la mattina della scomparsa. Non solo: è stata rinvenuta anche la seconda scarpa della signora Ziliani che, per come emerso dalle indagini, è stata collocata nel luogo del rinvenimento proprio dagli arrestati al fine di depistare le attività investigative avvalorando l’ipotesi dell’infortunio o del malore. Da non trascurare l'esame tossicologico sul cadavere della donna che ha rilevato tracce di Bromazepan, un medicinale ad azione ansiolitica e ipnoinduttrice. Il movente sarebbe di natura economica.