Intimidire i giudici che, a Brescia e Bologna, stanno ricostruendo la verità sulle stragi neofasciste del 1974 e del 1980. Questa, secondo Manlio Milani, è una delle letture da dare agli episodi legate a forze e neofasciste: a Bologna col tentativo di un corteo nei pressi della stazione, a Brescia con il corteo "con modalità squadrista e militaresca", come ricordato dal senatore Alfredo Bazoli. In risposta al corteo e alle svastiche disegnate pochi giorni dopo in centro, a due passi dalla stele dei Caduti di piazza della Loggia, ieri circa 4mila persone hanno partecipato al presidio democratico promosso da un centinaio di associazioni, partiti, sindacati. Sospeso appositamente il Consiglio comunale, seppur con il voto contrario del centrodestra che ha approvato, però, unitariamente, un ordine del giorno (assente di peso il consigliere di FdI Carlo Andreoli, per motivi familiari).
In piazza Rovetta, i primi interventi: per Lucio Pedroni, presidente Anpi Brescia, "lordare il monumento della Bella Italia è paragonabile a un atto di terrorismo". Dopo gli interventi di Bazozli, Valeria Benedetti, coordinamento donne democratiche, e Rakeb Tosio, presidente del coordinamento enti locali, il presidio si è spostato in piazza Loggia, dove la sindaca Laura Castelletti ha respinto le accuse di sostituzione etnica e di fallimento della società multirazziale. "Non lasciamo spazio a chi vede nel conflitto il modo per far avanzare le proprie agende politiche". Dopo la lettera di Matteo Lepore, sindaco di Bologna, il duro intervento di Manlio Milani, soverchiato dai cori del corteo degli antagonisti che hanno incitato ad andare nei quartieri periferici. "Per me vivere questi giorni significa anche rivivere quelli precedenti al 28 maggio. Alla violenza si risponde con la democrazia, col pluralismo, con lo stare insieme, come oggi". Eppure Brescia è stata presa di mira, insieme a Bologna. "Viene il sospetto che queste operazioni vogliano intimorire i giudici, la loro autonomia, per non approfondire le condizioni in cui si sono svolte le due stragi. L’altro motivo è creare diversivi che non permettano di guardare alle diseguaglianze, alle diversità. Stiamo attenti anche all’uso del linguaggio. In quegli anni era portatore di violenza, ora lo è in modo ancora più subdolo". Le immagini di un corteo "militaristicamente squadrato significa che ci sono luoghi in cui si esercitano? Sono così invisibili?". Quindi l’appello: "In determinati momenti servono scelte. Le stragi sono state perpetrate in un clima come questo. Stiamo attenti".