MILLA PRANDELLI
Cronaca

Gaza e crisi climatica: attivisti bloccano l’ingresso della Leonardo di Brescia

“Leonardo distrugge popoli e terre”, si legge sullo striscione. “Chiediamo che tutto quello che viene attualmente investito in guerra venga riconvertito nella lotta alla crisi climatica”. Interviene la polizia

Un momento del picchetto fuori dalla Leonardo di Brescia

Un momento del picchetto fuori dalla Leonardo di Brescia

Brescia, 13 gennaio 2025 – Crisi climatica e genocidio a Gaza: sono i due temi che hanno unito i gruppi “Extinction Rebellion” e “Palestina Libera” nella protesta che questa mattina ha portato una quarantina di persone a bloccare l’ingresso della Ex Breda e che ora ospita una delle sedi di Leonardo spa, la società italiana a controllo pubblico attiva nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza. 

A protestare c’era un manipolo di attivisti, circa 40 secondo gli organizzatori, che ha voluto manifestare il proprio dissenso nei riguardi dell’azienda, che secondo loro produce armi che finiscono in Israele.“Leonardo distrugge popoli e terre” è lo slogan riportato su uno degli striscioni. Obiettivo dell’azione di protesta, segnalano gli attivisti, è “attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul legame tra crisi climatica e industria bellica, chiedendo la cessione dei rifornimenti militari a Israele, la riconversione della produzione della Leonardo e la fine del sostegno italiano al genocidio in corso in Palestina.

E ancora: “Leonardo è la prima produttrice bellica europea e contribuisce alla morte di migliaia di persone negli attuali conflitti in corso e nel genocidio in Palestina”, dichiara Elisa, una delle attiviste. “L’industria bellica produce morte sia con gli effetti diretti della devastazione delle bombe, sia con le ingenti emissioni provocate dalla loro produzione”.

“Questo dicembre – spiega Francesca – Amnesty International ha dichiarato che gli Stati che continuano a fornire supporto militare a Israele non stanno rispettando i loro obblighi rispetto alla necessità di impedire il genocidio in corso. Il primo ministro israeliano, Netanyahu, è stato perfino condannato dalla Corte Penale Internazionale per i crimini di guerra commessi a Gaza. Leonardo e lo Stato Italiano sono corresponsabili di tutto ciò”. Le attiviste fanno riferimento al fatto che l'azienda sia posseduta dallo Stato Italiano: il 30% dell’azienda è posseduto dal Ministero delle Finanze, suo azionista maggioritario. "Chiediamo che tutto quello che viene attualmente investito in guerra e morte venga riconvertito nella lotta alla crisi climatica e in un futuro migliore per il nostro popolo”.